Il dramma surreale degli ‘esuberanti’ dipendenti provinciali.

Il dramma surreale degli ‘esuberanti’ dipendenti provinciali di Fausto Anderlini ( da facebook )

Invertendo la consuetudine per la quale i crocchi operai delle fabbriche in crisi erano dirottati sotto Palazzo Malvezzi questa volta sono i dipendenti provinciali che si sono recati a Palazzo D’Accursio. In un triste venerdì prenatalizio in gran numero si sono assiepati sullo scalone che conduce al piano nobile. Il cui caratteristico pavimento dicono fosse così concepito per far transitare i cavalli. Sicchè le foto ce li restituiscono, questi lavoratori che la legge di stabilità del governo Renzi-Berlusconi-Napolitano considera come ‘esuberi’, come una torma recalcitrante e stranita di bestie a fine corsa. Animali destinati al macello che si mettono in posa. Srotolano gli striscioni con le loro pregevoli quanto patetiche realizzazioni, scuole, strade ecc. La vicenda delle Province è una classica situazione dove si mescolano l’improvvida sciatteria di un branco irresponsabile di pseudoriformatori e una volontà lucida e dichiarata. Perfettamente luciferina. Forse dandosi la mano l’una con l’altra.
Durante il prolungato decorso della legge Del Rio, lo statista di Reggio Emilia, nulla è stato apprestato per implementare la trasformazione con un minimo di razionalità. Gli enti sono stati abbandonati alla deriva rinviando agli improvvisati neo-consigli di amministratori comunali auto-eletti l’onere di provvedere come per incanto a un ‘nuovo inizio’. Ancora più colpevole la situazione delle ‘città metropolitane’ che almeno sulla carta avrebbero dovuto godere di una qualche spinta propositiva. A Bologna il Sindaco futuro Presidente metropolitano ha impegnato il suo tempo per dileggiare il morituro e la sua classe politica caduta in disgrazia, con la Presidente in testa. Puro marranismo. Avendone in cambio uno sdegnato non collaborazionismo. Il gruppo dirigente del Pd era nel frattempo occupato a brigare per la propria collocazione. Pur stante la mediocrità della ‘riforma’, nessuno s’è impegnato, come avveniva in altri tempi, a mettere a punto un piano di fattibilità che ne reinterpretasse i farraginosi contenuti. Tutto ciò che è stato elaborato è un documento cartaceo paradossale, gratuitamente consegnato dal genio frusto ma creativo del Prof. Vandelli che la conventicola chiama col nome di Statuto Quando i provinciali in disgrazia hanno occupato il consiglio metropolitano il Sindaco s’è commosso per solidarietà e ha invocato la buona fede progressista del governo Renzi. Poi i consiglieri metropolitani hanno preso posto sui banchi assieme ai dipendenti loro affidati e si son messi a discutere dello statuto. Col Vandelli. Una situazione surreale che neanche nei film di Bunuel…. Si oensi che prima di recarsi in massa sulle scale di Palazzo D’Accursio gli stessi dipendenti han brindato presso la sala rossa assieme al loro comandante Schettino, cioì il Direttore Generale che ha pensato bene d’andare in pensione appena intuita la mala parata. Nessuno responsabile di alcunchè in questo mondo del cazzo. Niente partito, che è nelle manoi degli arrampicatori di cariche, istituzioni allo sbando con una classe politica ormai rimbecillita. Il Bonacini appena intronato è da un mese ormai che si occupa di sanità e di equilibri di giunta coinvolgenti i territori e le diverse anime dorotee del Pd. Il quale, tutto intero, ha subito un infarto ma prosegue come se niente fosse. Come i funzionari dell’impero ottomano spersi nelle isole dell’Egeo che mandavano rapporti a un imperatore decaduto da dieci anni. Ma non c’è solo sciatteria. Magari fosse solo questa. C’è scienza e coscienza. Le province sono state usate (coram populo) come l’anello debole della catena per condurre un esperimento di decostituzionalizzazione politica per decretazione, deforestazione traumatica dello Stato decentrato (nel quale è incorporata larga parte del welfare) e, dulcis in fundo, di abbattimento del tabu del pubblico impiego. Ovvero della non licenziabilità per via ordinaria. Monetà molto popolare nella meschinità generale prodotta dalla crisi. Non esistono più diritti acquisiti. Tutto è revocabile. Come l’articolo diciotto. I vincitori dei concorsi già sono in agitazione per evitare d’essere messi in stand bay dagli ‘esuberati’. E’ la guerra fra i poveri, nella quale sguazzano le vere élites finanziarie e patrimoniali. Il Pd segue la sua ‘tera via’, e tratta la sua vecchia base sociale – operai sindacalizzati e operatori istituzionali- come la Tatcher trattò i minatori inglesi. Con la sicumera dell’ultimo arrivato sta cercando un’altra base sociale, dopo aver buttato a mare la propria. Novità che però è un’araba fenicia, perchè è una balla che lo stritolamento dei cd. ‘garantiti’ aprirà la strada ai precari, ai meritevoli abbandonati e alla nuova classe media in ascesa (è persino comico evocarla, quest’ultima). L’esito di questa crisi sociale sarà una drammatica fascistizzazione di massa. Come già sta avvenendo in molte parti d’Europa. A meno che non si alzi per tempo una forza di sinistra che getti alle ortiche questo sciagurato PdR ed eviti che il paese sia fagocitato da una qualche ‘Alba dorata’ a far luce su un oscuro tramonto.

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 19 dicembre 2014 – puntata n° 23

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 19 dicembre 2014 – puntata n° 23

In questa puntata:

– Scenari salute e sicurezza del lavoro in Italia e in Europa. Note e commenti rispetto al Seminario internazionale promosso da Ministero del Lavoro e Inail in occasione della conclusione della Presidenza italiana del Consiglio dei Ministri della UE il 4 e 5 dicembre a Roma.

– Il punto di vista dei sindacati europei: l’urgenza di rivitalizzare la politica comunitaria in materia di salute e sicurezza sul lavoro

– Bruxelles, la crociata contro la burocrazia. Attenzione!

– La medicina del lavoro in Europa tra crisi e crescente dipendenza dai poteri forti. Il numero della Rivista HESAMAG sulla medicina del lavoro in Europa.

– Le “politiche di prevenzione” dell’Inail dai finanziamenti alle imprese alle verifiche sui risultati….

– Curiosità storiche: la Britihis Asbestos Company cita in giudizio il direttore del giornale il Progresso di Nole Canavese che aveva pubblicato un’inchiesta in cui si diceva che l’amianto era letale per i lavoratori di Nole…. Era il 1906 … Chi vinse la causa ?

– Auguri per il 2015

– Fritto misto e contorni

IL NOTIZIARIO ( 33 MINUTI )

 

Bruxelles, la crociata contro la burocrazia. Attenzione!

Diffondiamo da www.sbilanciamoci.info del 9 dicembre 2014 questo intervento di Federica Martiny, Dottoranda di ricerca, responsabile Ufficio stampa GFE (Gioventù Federalista Europea) presso l’Università di Pisa

E se la crociata della Commissione Europea contro la burocrazia di Bruxelles mascherasse solo l’intento di promuovere quella deregolamentazione auspicata dai grandi gruppi economici, capaci di fare lobby meglio di chiunque altro?

Si tratterebbe di una spinta neoliberista che, sotto la bandiera ingannevole del tentativo di salvaguardare la competitività e mettere un freno alla mostruosa macchina burocratica comunitaria, sarebbe pensata per indebolire la nuova legislazione e “rottamare” le norme europee esistenti, in materia soprattutto ambientale e di protezione sociale. Ce lo dicono il Corporate Europe Observatory (CEO), un’organizzazione no-profit che si propone di esporre gli effetti di lobbying aziendale sui processi decisionali dell’UE, e Friends of the Earth Europe (FoEE), una ONG internazionale che si occupa di tematiche ambientali, accesso e distribuzione delle risorse e giustizia ambientale nel report “La crociata contro la burocrazia”, pubblicato l’ottobre scorso.

La famigerata burocrazia di Bruxelles, un esercito di 60 mila persone, in realtà, ha praticamente lo stesso numero di dipendenti del Comune di Roma, tra i dipendenti diretti che sono 25 mila e i 32 mila delle aziende partecipate (fra Ama, Atac e Acea e altre) a cui sono state affidate le esternalizzazioni dei servizi. Questo dato da solo basta a porre un dubbio sulla grande importanza data alla lotta alla burocratizzazione comunitaria dalla Commissione Barroso prima e da quella Juncker oggi.

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José Mujica tiene un corazón de león.

Hoy resulta indispensable poner a la luz a los que son excepcionales, a usarlos de ejemplo, de punto de partida, de contraste.
En Pepe Mujica hemos encontrado a un hermano, una inspiración, un latido que se encuentra con miles de soñadores en el mundo. Sin duda, José Mujica tiene un corazón de león.

Ue, Juncker cancella le leggi ambientali

Ue, Juncker cancella le leggi ambientali

Juncker mostra subito il vero volto liberista tardo della nuova Commissione europea. Il presidente della Commissione ha cancellato un pacchetto di norme pro ambiente e salute dei cittadini europei con un colpo di spugna, ignorando il parere contrario del Parlamento europeo e di diversi ministri dell’ambiente di stati membri.
Il parere contrario dell’Assemblea  del PE e le prese di posizione dei ministri di diversi paesi europei sono stati ignorati.
A fronte di leggi per ridurre l’inquinamento dell’aria che produce ogni anno circa 400.000 morti il presidente della Commissione UE ha affermato che le priorità sono altre.Le norme cancellate da Junker prevedevano la riduzione di inquinanti come  anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto. Queste riduzioni avrebbero fatto diminuire di 58.000 decessi il tragico bilancio dello smog in Europa da qui al 2030.
Altre norme cancellate riguardano la raccolta differenziata e “l’economia circolare” ovvero il riciclaggio dei materiali, realtà fondamentale per lo sviluppo della green economy.

Questi sono i nuovi governanti della UE. A loro poco interessa della salute dei cittadini europei, hanno altre “sensibilità” : le pressioni delle lobbies della parte più arretrata del mondo industriale sono il loro riferimento.

fonti

Repubblica

UE: economia circolare a rischio

Qualità dell’aria: 11 Stati UE chiedono norme più severe

Per l’Europa l’aria che respiriamo non è più una priorità –

Il denaro per far denaro e tutti noi paghiamo di Silvano Toppi

Puoi non avere neppure un soldo depositato o nessun credito con loro, ma le banche son dentro la tua piccola economia, anche se non te ne accorgi. Se leggi notizie su scandali bancari o su multe milionarie, in un modo o nell’altro ti riguarda. Di solito non ci si crede, o perché è difficile capirci o perché si ritiene che tocca altri, i danarosi.

Un primo grosso scandalo è capitato con i tassi interbancari detti Libor. I Libor sono tassi di interessi fissati a Londra tra le 18 più importanti banche internazionali (l’acronimo significa appunto: London Inter Bank Offered Rate). Sono importanti perché servono da guida per fissare i tassi con cui le banche prestano in tutte le varie monete, per compiere operazioni finanziarie e commerciali, per i prestiti ipotecari o al consumo, per la revisione dei tassi di prestito variabili, per derivare i costi di investimenti, di produzione e quindi le possibilità di occupazione. Le inchieste avviate dopo aver scoperto alcuni casi da parte di alcuni giornalisti economici, hanno dimostrato che le manipolazioni dei tassi duravano ormai da diversi anni, contro tutte le regole professionali o le vantate attestazioni di trasparenza. Per quale ammontare complessivo? Per 450 mila miliardi di dollari (avete letto bene, 450 seguito da dodici zeri). È quindi ovvio che anche delle semplici variazioni hanno un effetto moltiplicatore immenso sia per chi lucra (banchieri), sia sugli operatori economici o sui singoli creditori, sia sull’economia in genere (tutti noi).

segue su fonte area7.ch

Neutralità della rete e diritti umani

I tentativi di colpire la “neutralità” della rete e  la sua “indifferenza” rispetto al trattamento dei contenuti che debbono “passare” dai produttori agli utenti  senza tagliole discriminazioni e barriere o peggio censure  si stanno moltiplicando. Anche il Governo italiano ha comportamenti ambigui rispetto alla difesa e  promozione della neutralità della rete. Segnaliamo questo importante articolo apparso su punto informatico.

World Wide Web, la grande livella

Il Web ha un enorme potenziale per abbattere le disparità che dividono il mondo a livello economico, politico e sociale, mostra uno studio della World Wide Web Foundation: per questo Sir Berners-Lee invoca i diritti umani fondamentali.

Leggi articolo alla fonte

 

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 3 dicembre 2014 – puntata n° 22

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 3 dicembre 2014 – puntata n° 22

In questa puntata:

– Il Seminario su salute e sicurezza nel lavoro che conclude a Roma il 4 e il 5 dicembre  il semestre europeo a presidenza italiano. Dal programma si annuncia una celebrazione formale stanca, speriamo di essere smentiti. Le forze sociali in una tavola rotonda in coda con una ammucchiata di “interventi – slogan” di pochi minuti ciascuno……..

– Il lavoro per tutelare i lavoratori in una fase di crisi. Intervista a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della Cgil di Bologna.

– ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA

– Job Act come licenziabilità dei lavoratori over 55 – 60 ? Un rischio da prevenire, come ?

– Recensione . Santé au travail : le retour de l’Europe ? par Martin Richer

– Fritture

 

PD. Autonomia del politico a corrente alternata

Nella trasmissione Ballaro’  un esponente del Pd , Scalfarotto, ha cercato di spiegare come il sindacato non debba mettere naso nelle scelte della politica ovvero del governo anche  quelle che riguardano le regole del mercato del  lavoro.  I lavoratori votano e quindi, secondo costui il sindacato non avrebbe titolarità per esprimere proprie posizioni in materia di leggi sul lavoro, sulla previdenza, sull’assenza di politiche industriali, sulle mille problematiche della vita dei lavoratori.

Il modellino di riferimento e’ quello ottocentesco, una ideologia liberale tarda che il PD vuole spacciare come elaborazione moderna,  modernissima…  La posizione del PD e’ grottesca in quanto questa pretesa autonomia della politica  dalle associazioni di rappresentanza sociale vale solo per  i sindacati dei lavoratori, mentre Confindustria ha dettato  i  propri desiderata al governo per quanto riguarda  molti punti del cosiddetto Jobs Act. La decrescente credibilità del governo e’ data da queste bubbole che vengono spacciate come grandi novità .   Pd , partito tardo liberale, che vuole neutralizzare e silenziare le associazioni volontarie dei lavoratori non ha più nulla a che fare con la storia del movimento dei lavoratori. La nascita di un soggetto politico popolare di massa in cui i lavoratori possano riconoscersi  e’ il porto in cui approdare. Scalfarotto e per l’autonomia della politica a corrente alternata. Totale autonomia dalle richieste sindacali totale dipendenza e devozione per le richieste di Confindustria e cespugli vari delle Associazioni datoriali.

 

 

 

 

 

Formazione delle attuali elites dirigenti e del personale politico in Italia

Come si forma una classe dirigente ? Come si sedimenta il sistema di valori che divengono il punto di riferimento per il leader e per lo stato maggiore di una nuova classe dirigente ?
Questi interrogativi sono più che mai opportuni rispetto alla vicenda politica italiana. Come sta avvenendo il ricambio generazionale della classe dirigente e su quali valori si fonda la vision e le strategie di questa classe dirigente?
Per un osservatore esterno ai giochi di potere e , per quanto possibile, vaccinato rispetto alle nostalgie del tempo passato e senza ambizioni politiche personali , decifrare il profilo culturale e politico di questa nuova generazione e’ una sfida utile e stimolante.
Il primo aspetto che emerge dai comportamenti e’ l’ energia vitale di questo personale politico giovane .
L’ascesa rapida non resistibile del leader e l’aggregazione di uno stato maggiore composto da giovani donne e uomini che usano linguaggi, rappresentazioni del mondo e di se’ che sono una frattura con il sentire e la visione del mondo delle generazioni precedenti sono davanti agli occhi di tutti.
Per trovare una spiegazione su questa ascesa rapida e irresistibile di questa nuova elite oltre alle tradizionali chiavi interpretative ispirate alla sociologia ritengo utile utilizzare l’etologia, lo studio dei comportamenti degli animali.
Dopo anni di immobilismo e di palude berlusconiana, emerge una leadership tutta centrata sulla tecnica della conquista del potere, sul potere come elemento fondante ed esaustivo dell’agire politico.
Emerge il leader , in etologia il il capo branco, l’uomo che promette di sbloccare l’Italia, di garantire la governabilità.  Rottamazione di uomini e donne politici del secolo scorso e di formule e linguaggi della politica, queste sono le promesse mantenute  che smuovono a livello diffuso, tra le generazioni più giovani, il desiderio di cambiamento e e alimentano l’avidità di potere. In questo senso il leader capo branco ha uno straordinario istinto per interpretare la voglia di potere  dei componenti e dei candidati a fare parte del branco…

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Emilia Romagna nella post democrazia

Ce l’hanno fatta.

Ce l’hanno fatta a disgustare più del 60% dei cittadini rispetto alla partecipazione alla politica tramite il voto. Un vero capolavoro politico, avviato da tempo, con la fine della “diversità positiva, con la regione trasformata in un centro distribuzione risorse ai vari potenti del territorio, associazioni datoriali, lobbies . La Regione era divenuta una specie di prefettura senza un progetto di governo del territorio. Il culmine di questo processo entropico l’ha concluso i PdR, un partito che si tiene lontano dalla partecipazione, dai lavoratori che mettendo in opera la più grande spoliazione dei diritti dei lavoratori ha l’impudenza di chiamarla “riforma di sinistra”. Jobs Act  più che una riforma del lavoro di sinistra è una operazione sinistra …. I politici da Bonaccini a tutti gli altri non diano la colpa  ad altri che a se stessi. Il PD ha insultato per ,mesi i lavoratori e i loro sindacati. Cosa s’aspettavano i Bonaccini un lancio di bon bon dalla mongolfiera ? Questa sconfitta della democrazia va presa sul serio. Le istituzioni sono per davvero in pericolo di essere delegittimate dalla mancanza di consenso.

Un presidente eletto con il 48 % del 38% degli aventi diritto al voto ha un consenso concreto del 18,24% , il resto sono bubbole. Quindi si riparte con Presidente della Regione  azzoppato…

A domani

 

Il lavoro di tutela dei lavoratori in una fase di crisi lunga – Invervista audio a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della CAMERA del LAVORO di Bologna

Il lavoro di tutela dei lavoratori in una fase di crisi lunga

Invervista audio  a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della CAMERA del LAVORO di Bologna

Con questa intervista ha inizio una ricerca sui lavori difficili, di coloro che sono  a contatto quotidiano con il dolore sociale di quest’epoca di crisi lunga. In questa puntata intervistiamo Ivano Pioppi dell’Ufficio Tutela dei lavoratori della Camera del Lavoro di Bologna.
E’ il lavoro di operatori come Ivano Pioppi che da una risposta a persone, lavoratori e lavoratrici in grande difficoltà che hanno perso o stanno perdendo il lavoro, persone che stanno male o che si sono ammalate a causa del lavoro…. lavoratori e lavoratrici che trovano una persona competente che li ascolta e costruisce assieme a loro un percorso per la soluzione dei loro problemi. Abbiamo rivolto a Ivano queste domande:

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ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA

ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA

   

Rabbia dolore e indignazione sono i sentimenti condivisi tra i famigliari delle migliaia di vittime dell’amianto per una sentenza quasi inaspettata che annulla la condanna a 18 anni al magnate svizzero Stephan Schmidheiny titolare della Eternit, già riconosciuto colpevole in due gradi di giudizio.

Rabbia e indignazione sono nello stato d’animo di chi scrive che come sindacalista ha conosciuto decine di persone, lavoratori delle OGR, delle Officine Casaralta che non ci sono più perchè uccisi dall’amianto.

E’ necessario tuttavia non farsi travolgere dall’orgia di retorica dei media e mantenere la mente lucida per comprendere per davvero da dove ha origine questa sentenza della Corte di Cassazione.

Una sentenza quella della Corte di Cassazione che mette in luce le deboli fondamenta del sistema normativo in materia di reati ambientali.

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ETERNIT : INGIUSTIZIA E’ FATTA

INGIUSTIZIA E’ FATTA .
 
Annullata senza rinvio per intervenuta prescrizione la sentenza della Corte d’appello di Torino sulla strage dell’Eternit.
 
La Suprema Corte dopo appena due ore di camera di consiglio ha accolto la richiesta del procuratore generale, Francesco Iacoviello, nell’udienza del maxi processo Eternit che si è aperta questa mattina davanti alla prima sezione penale della Cassazione, presieduta da Arturo Cortese. “Annullamento senza rinvio della condanna a 18 anni per Stephan Schmidheiny perché tutti i reati sono prescritti.”
E’ quel che aveva chiesto a sorpresa il pg di Cassazione. E poche ore dopo è arrivata la conferma. “Vergogna, vergogna” hanno urlato i tanti subito dopo la lettura del verdetto che cancella anchei il diritto a tutti i risarcimenti per i familiari delle vittime e le istituzioni.
 
Non ci sono parole. Centinaia di operai e cittadini morti tra sofferenze indescrivibili  sono stati uccisi una seconda volta. La “legalità  formale” forse è salva, la fiducia nel sistema giudiziario italiano esce invece distrutta da questo processo.

 

Alla Gucci il lavoro è su chiamata sms

fonte AREA7.CH  che ringraziamoDietro il lusso griffato Gucci, ci sono persone in carne e ossa, la cui vita deve essere sempre a disposizione quando l’impresa ti chiama. O ti manda un messaggio.

Ore sette di mattina. Davanti al suo carrello elevatore, Giovanni si appresta a spostare parte dei 19 milioni di pezzi che ogni anno vengono spediti da quel magazzino. Lui e i suoi 150 colleghi spediscono mediamente 2.300 colli ogni ora. “Un gioiello della logistica”, è stato definito il nuovo stabilimento di Sant’Antonino della Luxury Goods International, volgarmente conosciuta come Gucci. Sarà, ma all’interno di quelle mura la vita ha ben poco di lussuoso.
Ogni movimento di Giovanni è sorvegliato da telecamere e da tre capi reparto. Nessun tempo morto è consentito.

 

Nei 20.000 metri quadrati del magazzino deve muoversi come un automa, in simbiosi col suo carrello elevatore. Al pari dei suoi colleghi che imballano e pongono le etichette, è vietato sgarrare.  Il lavoro alienante in salsa moderna è servito.
Giovanni quel giorno non doveva essere lì. Aveva già superato le ore settimanali previste dal contratto.  Ma la sera prima aveva ricevuto un sms: «Ciao, domani 9 settembre cominci alle ore 7 a Sant Antonino». Quell’sms non era una novità, era diventato una fastidiosa abitudine. Ne riceve uno quasi ogni sera, tra le sette e le otto. Anche di venerdì, per annunciargli se il sabato lavorerà oppure no. Ma ormai lo dà per scontato, visto che riposa un sabato su cinque. La sua vita è sempre a disposizione dell’impresa. La vita familiare o sociale passa in secondo piano, diventa un optional di lusso. «Dovresti essere onorato di lavorare per Gucci» gli avevano risposto una volta che aveva osato criticare l’organizzazione del lavoro.
Giovanni quella mattina dopo essersi svegliato di buon’ora, ha percorso parte della sua dose giornaliera di chilometri per raggiungere Sant’Antonino. E subito deve affrontare la prima grana. Per poter parcheggiare nel posteggio aziendale, i dipendenti devono arrivare almeno in due per auto. Altrimenti gli agenti di sicurezza ai cancelli non lo avrebbero fatto entrare. Lodevole iniziativa d’incoraggiamento alla mobilità condivisa, si dirà. Peccato che l’organizzazione dei turni via sms complichi non poco la possibilità di concordare il viaggio coi colleghi. Se poi non sai quando finisci, diventa cosa ardua. Alla fine, Giovanni, al pari della gran parte dei colleghi, decide di rischiare la multa parcheggiando dove non è consentito, giusto a lato delle inferiate dello stabilimento. Oppure ricorre ai posteggi del vicino negozio di mobili.
Rispetto a molti suoi colleghi, Giovanni avrebbe poco da lamentarsi.  Lavora per quell’impresa da cinque anni tramite agenzia interinale. Da un anno, ha fatto il salto. È diventato uno dei rari assunti. Come lui, hanno tutti contratti al 70 per cento per uno stipendio di 2.700 franchi lordi, tredicesima compresa. Il tempo pieno è un’esclusiva riservata ai capi, mentre la grande maggioranza dei suoi colleghi è giovane, interinale e frontaliere. Il 70% dei dipendenti fissi non è una casualità. Gli undici turni lavorativi previsti dall’azienda corrispondono tutti a sei ore e quindici minuti. Esattamente il 70 per cento quotidiano delle 42 ore settimanali a tempo pieno. Turni teorici.
Nella pratica, Giovanni conosce solo la sera prima quando il giorno dopo entrerà in quel magazzino, ma non quando ne uscirà. È l’applicazione materiale della filosofia industriale del “just in time”, introdotta negli anni Cinquanta dalla Toyota giapponese e oggi impostasi a livello globale. In parole povere, significa produrre giusto in tempo per vendere, eliminando i costi delle scorte. Costi trasferiti sulle spalle dei dipendenti, la cui vita è sacrificata nel nome della flessibilità della produzione just in time. Chi volesse approfondire questo modello di produzione e le sue ricadute sociali può leggere le numerose opere sul tema del professore della Supsi Christian Marazzi.
E poiché la legge consente di lavorare fino a 50 ore settimanali, per  le ore spalmate sui cinque giorni e mezzo lavorativi previsti negli stabilimenti logistici ticinesi, Giovanni non riceverà supplementi di paga. Da contratto della Luxury Goods, le ore straordinarie sono compensate alla pari in tempo libero, e se non consumato entro 12 mesi, sarà remunerato alla pari. «Il supplemento salariale diventa inderogabile quando l’entità delle ore straordinarie non compensate supera  di 50 ore entro l’anno civile la durata massima del lavoro settimanale stabilita per legge» recita il contratto.
Giovanni, si diceva, ha poco da lamentarsi. Non perché non ne abbia le ragioni, ma perché se lo facesse, si ritroverebbe “just in time” per strada. E con famiglia e mutuo a carico, preferisce ingoiare il rospo. La sera dunque aspetta l’sms che gli dica quando inizierà a lavorare. E dove. Eh sì, perché lo stabilimento dove si trova oggi, Sant’Antonino, è la terza sede della logistica del gruppo, dopo Bioggio e Stabio (la sede amministrativa si trova a Cadempino). È stato inaugurato meno di un anno fa in pompa magna, alla presenza del «gotha delle autorità locali», come ha scritto un portale ticinese.
Nell’imminenza dell’apertura, sui media circolò l’informazione che per quella sede la Luxury Goods avrebbe assunto 15 residenti su 150 dipendenti. In molti dedussero che a Sant’ Antonino venissero creati 150 nuovi posti di lavoro, di cui il 10 per cento riservato ai residenti. L’informazione non era propriamente corretta. In realtà, la Luxury Goods avrebbe fatto girare i suoi dipendenti tra i suoi stabilimenti logistici ticinesi, soprattutto da Bioggio. Questo spiega perché a Giovanni la sera prima via sms comunicano non solo l’ora, ma anche dove lavorerà il giorno dopo. L’impresa indennizza i dipendenti per il cambio di stabilimento aumentando il salario orario di 20 centesimi.
Per quanto concerne invece i nuovi assunti a Sant’Antonino, da quel che abbiamo potuto costatare la ditta ha attinto alle liste dell’Ufficio regionale di collocamento, la disoccupazione cantonale. Sui numeri però vige il massimo riserbo.
Infine una precisazione ai lettori: Giovanni non esiste. È un personaggio inventato, la cui storia personale è la somma delle testimonianze raccolte da chi ha lavorato o lavora all’interno degli stabilimenti ticinesi della Luxury Good Logistic. È una scelta di narrazione di storie individuali dai tratti comuni, dettata dal timore di perdere il posto, che per quanto poco invidiabile consente  di portare a casa la pagnotta.
«I diritti di cui parli non so cosa siano. Da quando lavoro, non ho conosciuto altro» risponde un giovane, interinale e frontaliere, al collega che lo incita a ribellarsi, rivolgendosi ai sindacati. Come dargli torto? Ha 25 anni e proviene dal paese che conta 44 forme di contratti precari diversi e un tasso di disoccupazione giovanile alle stelle. L’assenza dei diritti dovuta alla ricattabilità estrema dello stato di bisogno è una realtà che ha investito un’intera generazione. E dei diritti conquistati dai loro nonni e genitori, questi giovani hanno solo sentito parlare. Non li hanno mai potuti sperimentare.

 

Una sola condanna in tutto il paese

In quali sanzioni incorre la ditta che ripetutamente viola le norme legali sulla mancata pianificazione dei turni o il tempo di riposo tra un turno e l’altro? La procedura prevede un primo richiamo dell’Ispettorato del lavoro, e dopo qualche tempo, un secondo richiamo con minaccia di denuncia penale. E se non ottempera entro un altro lasso di tempo, la denuncia può essere inoltrata. Nessuna multa è prevista. In Svizzera nel 2013 è stata emessa una sola condanna relativa ai tempi di lavoro (fonte Seco).

 

L’impresa informa

Contattata da area, l’azienda «non commenta ma sottolinea che sia Lgi (Luxury Goods International) che Lgl (Luxury Goods Logistics) sono assoggettate ad un contratto di lavoro che è quello di Ticinomoda siglato con l’Ocst.»

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Notiziario Audio Podcast di Diario Prevenzione n° 21 del 17/11/2014

E’ online il Notiziario Audio Podcast  di Diario Prevenzione n° 21 del 17/11/2014
a cura di Gino Rubini
In questa puntata

– Piogge estreme, alluvioni, disastri ambientali e polemiche politiche sulle responsabilità. Sblocca Italia , una nuova colata di cemento ?

– Intervista al Dott. Giorgio Di Leone Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione

– Una sentenza importante sulle responsabilità aziendali per la tutela della sicurezza dei lavoratori all’estero

– Il Convegno Alcol e Lavoro Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche

– Lo stato dei Servizi di Prevenzione

– Segnalazioni

IL NOTIZIARIO
( 32 minuti , fomato wav )

 

Alluvioni: 20 anni di condoni e di permessi di costruzioni facili …. Anche Renzi parte del problema e non della soluzione

L’ira di Renzi sul maltempo:«20 anni di politiche da rottamare»
Il premier sul dissesto idrologico attacca le Regioni (anche di sinistra). Maroni: «Tutti hanno una responsabilità: «Renzi dia risposte concrete»

Ancora una volta il Presidente ha perso una buona occasione per tacere. Le regioni hanno responsabilità gravi sul dissesto idrogeologico, ma non sono tutte eguali. I disastri di questi giorni hanno origine da scelte fatte negli anni 50 e 60 di cementificazione del territorio. In  quegli anni le Regioni  non c’erano ancora….

Le liberatorie date da  almeno tre condoni in 30 anni hanno di fatto devastato il territorio. Su  questo ha ragione Burlando. Il capetto Renzi che è stato Presidente della Provincia di Firenze dovrebbe conoscere bene la storia delle politiche del territorio. Invece di sparare sugli altri sarebbe bene che il governo predisponesse il piano difesa del suolo da qui al 2020 coinvolgendo Regioni e Comuni capoluogo. Non si fa politica del territorio con le sbruffonate ma con un lavoro serio e con molte risorse .

Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.

Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.

Le turbolenze non solo climatiche e meteo che stanno percorrendo il nostro paese ci obbligano ancora una volta a fare il punto sulla situazione.
Nonostante  il  clima  generale di incertezze e di tensioni sociali rileviamo con piacere la tenacia di molti operatori che si occupano di prevenzione a perseverare con la continuità e l’impegno quotidiano nello sviluppare progetti, a elaborare proposte, a mantenere attivi Servizi di Prevenzione con risorse sempre più scarse.
Questo è un dato positivo, importante,  che fa bene sperare per il futuro, pure a fronte di una molteplicità di segnali negativi che indurrebbero molti a ritirare i remi in barca.

Come vedrete dalle notizie che riportiamo dalla newsletter nel corso di poche settimane si sono celebrati diversi eventi di rilevante importanza che mostrano che non vi è la resa rispetto ad un adattamento passivo e ad un ridimensionamento delle aspettative di una migliore qualità del lavoro, delle relazioni sociali, della vita.
Il Convegno monotematico Alcol e Lavoro che si è svolto a Bari si è caratterizzato per l’elevata qualità dei contributi dei relatori e per le elaborazioni e i programmi che ne sono scaturiti.

Diversi Seminari che si sono svolti nell’ambito del Salone Ambiente Lavoro hanno affrontato temi scottanti cercando di aggiornare metodologie e pratiche professionali di chi si occupa di prevenzione rispetto ai problemi di quest’epoca triste per chi vive del proprio lavoro.

Tra questi temi segnaliamo l’emergente problema dell’invecchiamento nel lavoro o meglio degli anziani costretti ancora a lavori pesanti e disagiati.

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Alluvioni, allagamenti, frane e responsabilità

Le bombe d’acqua con alluvioni, allagamenti e fiumi di fango che invadono case , negozi , scuole e centri storici sono cronaca quotidiana. In Italia si muore per alluvioni. Non è un fatto nuovo ma è nuova la frequenza e la vastità dei territori colpiti. E’ giusto in questi momenti essere solidali con le popolazioni colpite. Bravissimi i ragazzi che accorrono per dare una mano a liberare dal fango i piani bassi delle abitazioni.  Chi sono i responsabili di questo sfacelo del paese ? Sono solo i  sindaci di Massa Carrara o di Genova che giustamente dovranno  rispondere per quanto loro compete sui mancati di lavori di manutenzione o sui mancati allarmi o vi è una responsabilità diffusa di tutti i cittadini  che negli anni passati hanno chiesto varianti per costruire in aree golenali, in zone a rischio ? Occorre un esame di coscienza collettivo sulle responsabilità sia pure differenti che coinvolgono l’intero paese. Per anni vi è stata una pressione fortissima per cementificare ogni metro quadrato di territorio, per elevare costruzioni intubando torrenti, canali e recuperare spazi edificabili. Chi ha votato questi signori che poi come sindaci hanno dato permessi di costruzione anche dove non si doveva? Che dire poi dei finanziamenti bloccati per cui per anni non sono state fatte le manutenzioni ordinarie agli argini e tutti quei lavori necessari per garantire una ragionevole sicurezza del territorio.

Tra coloro che protestano giustamente perchè vittime delle alluvioni quanti si fanno un esame di coscienza  sulle sottovalutazioni dei rischi e sul fatto di non avere contrastato il consumo folle di territorio che ha reso vulnerabili tante aree del paese ?

Certo i gradi di responsabilità sono differenti ma sono pochi quelli che sono per davvero “innocenti” . Assumiamo tutti il concetto che siamo responsabili rispetto al governo ambientale del territorio e che non dobbiamo delegare a terzi un ruolo di controllo sociale su ciò che accade nell’ambiente in cui viviamo. Le occupazioni dei comuni, le aggressioni ai politici locali sono una valvola di sfogo temporanea, un urlo di rabbia impotente che va superato con una partecipazione consapevole a richiedere nuove politiche di gestione dei rischi ambientali a livello locale e nazionale. E non dimentichiamo un fatto: le politiche di gestione dei rischi ambientali non sono delegabili a terzi ma ciascuno di noi deve fare la sua parte.

 

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L’intervista audio al Dott. Giorgio Di Leone, medico del lavoro e Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione

L’intervista audio al Dott. Giorgio Di Leone, medico del lavoro e Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione su questi temi

– stato dell’arte e prospettive  della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro in questa crisi prolungata che ha messo in difficoltà imprese e istituzioni;

– le linee del Governo in materia di lavoro quali effetti avranno sia sul sistema istituzionale di prevenzione sia nei luoghi di lavoro;

– quali iniziative e progetti ha in cantiere la Snop per la continuità  dei Servizi di prevenzione delle Asl .

L’INTERVISTA AUDIO ( 33 minuti  audio wav )

Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche.

Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche.
La lotta all’alcolismo tra i lavoratori risale alla fine ‘800. Le prime leghe sindacali nella fase costituente incontrarono tra gli ostacoli l’abitudine dei lavoratori all’alcol, il loro dissipare il salario nelle osterie.
La prima grande opera di prevenzione fu quella del sorgere delle coalizioni di lavoratori che rivendicavano autonomia e dignità del lavoro. La prima grande opera di contrasto all’abuso dell’alcol, in quell’epoca, fu fatta dai movimenti caratterizzati da un forte protagonismo femminile che individuarono nella lotta all’alcolismo di cui erano vittime i bredwinners una priorità per salvaguardare condizioni di esistenza tollerabili nelle famiglie.

E’ da questo aspetto che scelgo di partire per sviluppare una serie di riflessioni sul tema.
Come sindacalista ho maturato un’esperienza lunga di situazioni di crisi, di gruppi di persone che da un certo momento vivono la destrutturazione del loro essere sociale, della loro identità e autostima derivante dalla perdita del lavoro sia al livello di gruppo sia a livello individuale.

In quest’epoca di crisi prolungata , di trasformazione della società e del lavoro, si moltiplicano le situazioni di vulnerabilità, migliaia di persone che avevano raggiunto un certo equilibrio e una condizione di vita decorosa si trovano, finita la CIG e i pochi altri strumenti di protezione sociale all’improvviso proiettate nel “vuoto” dell’incertezza rispetto al loro futuro, senza un paracadute.

Questo avviene peraltro in una società che in larga parte ha interiorizzato e accettato la cultura della rottamazione non solo degli oggetti ma anche degli umani non adatti o non più adatti in nome dell’efficienza del sistema azienda e del ricambio generazionale che si sta realizzando senza la mediazione di un patto di alleanza tra le generazioni.

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Roma: tutele crescenti a suon di manganellate

Oggi a Roma malmenati gli operai della AST. Tutele crescenti a suon di manganellate. Dopo settimane di aggressioni verbali e insulti da parte di esponenti del governo contro il sindacato, verosimilmente qualcuno nella catena di comando della polizia ha deciso di mettere in pratica il nuovo corso di relazioni tra governo e sindacati . Un  nuovo corso che riporta alla memoria la “modernità” della polizia ai tempi di Scelba. Le penose giustificazioni della Questura di Roma, palesemente improvvisate e maldestre, danno l’idea della confusione che regna nelle strutture di comando della polizia. Vedremo nei prossimi giorni quali giustificazioni verranno date rispetto a questa aggressione a freddo contro lavoratori che manifestavano per la difesa del lavoro. Sono irresponsabili quei dirigenti del PD che da settimane insultano e dileggiano il sindacato in ogni sede.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mio babbo ha perso il lavoro. Ma gli voglio bene lo stesso

Pubblichiamo da Inchiestaonline questa opera di Emilio Rebecchi
fonte INCHIESTAONLINE.IT

Il mio babbo ha perso il lavoro. Ma gli voglio bene lo stesso. Lo scrive un bambino di 8 anni, che è arrivato nel mio studio insieme alla sua mamma. Il motivo della consultazione: una diagnosi di iperattività suggerita dall’insegnante . Il bambino per alcuni momenti assume posizioni strane, muove vorticosamente le braccia , saltella. Poi la crisi passa e torna la quiete. Per il resto è assolutamente normale. Il rendimento scolastico buono. L’intelligenza vivace. Chiedo se i momenti di iperattività siano riconducibili a condizioni particolari, improvvise emozioni, timori, o altro. Né la maestra né i genitori hanno trovato tracce o significati. L’agitazione motoria appare inspiegabile. Chiedo del lavoro dei genitori. La madre è impiegata in un’agenzia di pulizie; il padre é carpentiere.

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