Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.

Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.

Le turbolenze non solo climatiche e meteo che stanno percorrendo il nostro paese ci obbligano ancora una volta a fare il punto sulla situazione.
Nonostante  il  clima  generale di incertezze e di tensioni sociali rileviamo con piacere la tenacia di molti operatori che si occupano di prevenzione a perseverare con la continuità e l’impegno quotidiano nello sviluppare progetti, a elaborare proposte, a mantenere attivi Servizi di Prevenzione con risorse sempre più scarse.
Questo è un dato positivo, importante,  che fa bene sperare per il futuro, pure a fronte di una molteplicità di segnali negativi che indurrebbero molti a ritirare i remi in barca.

Come vedrete dalle notizie che riportiamo dalla newsletter nel corso di poche settimane si sono celebrati diversi eventi di rilevante importanza che mostrano che non vi è la resa rispetto ad un adattamento passivo e ad un ridimensionamento delle aspettative di una migliore qualità del lavoro, delle relazioni sociali, della vita.
Il Convegno monotematico Alcol e Lavoro che si è svolto a Bari si è caratterizzato per l’elevata qualità dei contributi dei relatori e per le elaborazioni e i programmi che ne sono scaturiti.

Diversi Seminari che si sono svolti nell’ambito del Salone Ambiente Lavoro hanno affrontato temi scottanti cercando di aggiornare metodologie e pratiche professionali di chi si occupa di prevenzione rispetto ai problemi di quest’epoca triste per chi vive del proprio lavoro.

Tra questi temi segnaliamo l’emergente problema dell’invecchiamento nel lavoro o meglio degli anziani costretti ancora a lavori pesanti e disagiati.

Questo fervore e passione che ha consentito lo sviluppo e la realizzazione di tante iniziative  nel campo della prevenzione dovrà tuttavia trovare un riscontro in coloro che hanno il potere e il dovere di prendere decisioni di governo.

In parallelo vogliamo ricordare che una moltitudine di persone in carne e ossa si stanno battendo per non perdere il lavoro, per non perdere la propria identità e autostima, per non essere estromessi dal ruolo di produttori e confinati nell’area degli eccedenti, nell’area  del surplus di una  umanità esclusa dalla possibilità di trasformare il mondo con il proprio lavoro, di essere un soggetto sociale attivo e riconosciuto. Il caso dei lavoratori AST di Terni è emblematico.

Stiamo vivendo in Italia come in diversi paesi europei il rischio grave, anche dal punto di vista democratico, che con la disoccupazione crescente, si vada a creare una grande massa di persone che perdono la speranza per il futuro, una grande massa di uomini donne e giovani che subiscono un processo di depauperamento economico, culturale e sociale che porterebbe a derive molto pericolose e ad una qualità sociale miserevole. Esiste ed è già in atto un processo di plebeizzazione delle masse che rischia di trasformare milioni di cittadini da umani liberi e consapevoli dei propri diritti a plebei, alla mercè dei populismi di varia specie che stanno crescendo in Europa.

Le politiche di austerity della preccedente Commissione Europea sono uno dei determinanti di questa pericolosa deriva.Vedremo se tale rischio sarà percepito dalla nuova Commissione …

Il processo di impoverimento e di plebeizzazione è il vero pericolo da scongiurare per evitare una regressione culturale, economica e sociale che farebbe tabula rasa dei saperi, delle competenze, dell’estetica , che hanno fatto dell’Europa del dopoguerra un continente senza guerre e luogo di sviluppo umano straordinario.

Fare prevenzione e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, operare per valorizzare il patrimonio di salute della popolazione sarà possibile solo se i cittadini rimarranno soggetti liberi e in grado di contrattare le proprie condizioni di vita e di lavoro, diversamente anche il lavoro di chi si occupa di prevenzione sarà considerato una eccedenza.

Gino Rubini, editor di diario prevenzione