Rajendra Pevekar is a victim of the deadly global asbestos industry.

His father worked in an asbestos company. As a result, both he and his mother now suffer from asbestos-related disease from secondary exposure.

Rajendra will speak out on behalf of the 107,000 people who die annually from asbestos-related disease. In May, the meeting of the Rotterdam Convention will take place in Geneva and Rajendra will face representatives from countries who are blocking asbestos from being added to the list of hazardous chemicals.

For the last ten years chrysotile asbestos has been recommended for listing onto the Rotterdam Convention which adds restrictions to its trade. But it’s been blocked by a few countries who gain directly from its export. This must stop. 

Please take a moment to show that you stand in solidarity with Rajendra in calling for the ban:

http://www.labourstart.org/go/rajendra

And please share this message with your friends, family and fellow union members.

Thank you!

Dalle fake news alla fake tech

Lelio Demichelis

fakenews-1Da sempre il potere vive di fake news e di post-verità, anche se un tempo si chiamavano in altro modo. Scriveva Thomas Hobbes: «vero e falso sono attributi delle parole, non delle cose». Ovvero, ciò che è vero è contenuto all’interno dello stesso discorso linguistico adottato dal potere per definire i fenomeni della realtà, che possono essere modificati, trasformati, aggirati, nascosti, mascherati. Cioè, non è vero ciò che è vero ma ciò che si dice (e si fa credere) essere vero . In questo modo, Hobbes rovescia il principio di Platone – nel mito della caverna – per il quale invece: «Vero è il discorso che dice le cose che sono come sono; quello che le dice come non sono, è falso». Entrambi usano il concetto di discorso. Ma in modi radicalmente opposti. Perché è evidente che quello usato da Hobbes sconfina nella manipolazione, o nell’ideologia e nella religione, certamente nel totalitarismo (forma moderna di stato assoluto), e oggi appunto nelle fake news e nella post-verità, che resta verità (anche se non lo è) fino a quando non si dimostra che è una falsità. Michel Foucault li definiva meccanismi di veridizione, procedimenti discorsivi utili appunto a trasformare in vero anche ciò che in realtà vero non è ma è utile a legittimare un determinato potere, come oggi quello della Silicon Valley (in ciò che è e in ciò che rappresenta – nel senso di mettere in scena se stessa). Anche la pubblicità è una forma di fake truth, utile appunto a legittimare il capitalismo (il potere).

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E’ uscito il numero 80 del Settimanale di Punto Rosso-Lavoro21

E’ uscito il numero 80 del Settimanale di Punto Rosso-Lavoro21

Lo potete scaricare qui:
http://www.puntorosso.it/uploads/1/7/0/3/17033228/lav21-sett-n80-s.pdf

In questo numero:

Il Pd di Renzi ricorda Brecht: “Il popolo non è d’accordo, nominiamo un nuovo popolo”
di Pietro Folena

Dati sull’occupazione: continuano a prenderci per il culo
di Enrico Rossi

L’impatto della crisi sulla disuguaglianza salariale in Italia
di Michele Raitano

Sul Venezuela, guardando le cose dal basso
di Gennaro Carotenuto

Presidenziali Ecuador, ha vinto Lenín Moreno
di Gianni Beretta

Buona lettura e diffondete!

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E’ uscito il numero 2 della RIVISTA di Punto Rosso – Lavoro 21

http://www.puntorosso.it/uploads/1/7/0/3/17033228/lav21-rivista-numero2-s.pdf

Donald Trump firma la legge che abolisce la privacy sul web introdotta da Obama –

Il presidente americano Donald Trump ha firmato la legge approvata dal Congresso degli Stati Uniti che azzera le tutele della privacy su internet. La normativa cancella così le misure di protezione dei dati degli utenti del web, adottata dal suo predecessore Barack Obama. I provider ora non saranno più tenuti a chiedere il permesso degli utenti prima di poter vendere le loro informazioni alle agenzie pubblicitarie, per esempio lo storico delle ricerche e la geolocalizzazione.

SEGUE SU FONTE PRIMA COMUNICAZIONE

Turchia: chieste condanne fino a 43 anni di carcere per giornalisti e dirigenti del quotidiano ‘Cumhuriyet’, accusati di aver sostenuto Gulen e il Pkk attraverso l’uso “fazioso e strumentale della libertà di stampa”

Dopo 151 giorni di carcere preventivo, deciso sulla base dello stato di emergenza seguito al tentato golpe dello scorso luglio, la procura di Istanbul ha accusato di golpismo giornalisti e dirigenti del quotidiano Cumhuriyet e presentato la richiesta di rinvio a giudizio per 19 imputati, in testa alla lista dei quali figura l’ex direttore Can Dundar, attualmente in Germania e già in carcere tra novembre 2015 e gennaio 2016 per un’altra vicenda.

Le richieste del pubblico ministero, segnala sul suo sito la Fnsi, variano tra i 7 anni e 6 mesi e i 15 anni di reclusione per Dundar, il suo successore alla direzione del quotidiano Murat Sabuncu e i membri del consiglio direttivo Kadri Gursel, Aydin Engin, Gunseli Ozaltay e Bulent Yener, tutti accusati di far parte di un’organizzazione terroristica armata e aver fornito sostegno a organizzazioni terroristiche senza esserne membri.

SEGUE SU FONTE  PRIMA

Milagro, y el blanco y negro ( da Pagina 12 )

FONTE PAGINA12  CHE RINGRAZIAMO

La media cara de Milagro Sala que circula por este país y el mundo –se la pudo ver en las calles de Roma, Madrid, París, y Amsterdam esta semana– fue hace siete años la cara completa de una dirigente social de rasgos coyas, la cara morena y latinoamericana que el relato de la Argentina “normal” había desplazado y reemplazado por otros rasgos étnicos, fabricando la falsedad de que los argentinos somos un subderivado europeo en una región donde el hedor de América, como entendió Rodolfo Kusch, está controlado, disciplinado y colocado en el altar subterráneo del vencido.

Esa cara completa es la que el fotógrafo Seba Miquel retrató en Rosario, en 2010, cuando dos columnas de diversos antiguos pueblos se encontraban y fundían en el recorrido de lo que fue la Marcha de los Pueblos Originarios, que el 10 de mayo de aquel año cubrió la Plaza de Mayo de un paisaje sobrecogedor. Miquel ya había llevado a cabo su ensayo sobre la Tupac Amaru, AbyaYala, Los hijos de la tierra. Pude ver ese magnífico trabajo cuando unos meses después se expuso en el Palais de Glace. Yo venía de trabajar en el libro Jallalla, que se publicó ese mismo año, y lo primero que me estremeció fue el blanco y negro. Porque en esas fotos sobre Milagro y sobre los oficios de los tupaqueros, sobre su modo de vida comunitaria y su mística política que hace confluir al Che, a Evita y a Tupac Amaru, Miquel hacía que el blanco y negro funcionara además en otro plano agregado a los que sostienen al blanco y negro como una posición estética.

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