Patrick Zaki, l’ennesimo rinvio: udienza rimandata al 6 aprile

 

Fonte Articolo21

Autore : Riccardo Noury 

 

Nel giro di pochi minuti, tanto è durata la quarta udienza del processo che vede Patrick Zaki imputato di “diffusione di notizie false”, il giudice ha reso noto il rinvio al 6 aprile.

La notizia del rinvio inquieta e rattrista. Speravamo tutti, Patrick in primo luogo, che oggi avrebbe riacquistato la sua libertà. Purtroppo, non è stato così.

Non ci sono dettagli particolari sul motivo di questo ennesimo rinvio, se non, immagino, l’intento di prolungare ancora una volta questo limbo giudiziario che dura dal febbraio 2020.

Continueremo a stare accanto a Patrick, augurandoci che il tempo che lo separa dal 6 aprile sia un tempo tranquillo, sereno e di studio e che dopo quella data sia posta fine, nel migliore dei modi, alla sua persecuzione giudiziaria.

Egitto, Zaki e gli altri: solo nel 2019 quasi 1500 arresti della Procura suprema antiterrorismo

Patrick Zaki, lo studente egiziano arrestato con accuse infondate di propaganda sovversiva di rientro dall’Italia in Egitto lo scorso 7 febbraio, dopo 304 giorni in cella resta in carcere. Dopo la scarcerazione dei tre dirigenti di Eipr, l’ng per i diritti umani con cui collaborava lo stesso Zaki, si sperava che finalmente anche per lui si aprissero le sbarre della prigione di Tora. Così non è stato. Il suo calvario prosegue come quello di migliaia di altri attivisti, oppositori o cittadini dissenzienti, 1470 accusati dalla Procura Suprema antiterrorismo del Cairo solo nel 2019. In Egitto manifestare dissenso significa repressioni. E torture. Fino alla morte.

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Le parole di Patrick dal carcere, tra speranza e ansia

Fonte Articolo21

“Sto bene e spero che anche voi stiate bene”. Questa frase, scritta su un foglio tirato via da quello che pare un quaderno di appunti, è stata consegnata il 5 settembre ai familiari di Patrick Zaky dalla direzione della prigione di Tora, in occasione della consegna settimanale di cibo e abiti.
Una frase lapidaria, formale, che ha messo in agitazione la famiglia di Patrick e poi gli amici e tutte le persone che dall’Italia sono mobilitate da febbraio per la sua scarcerazione. C’è da sperare che quel messaggio secco sia stato solo determinato dalla volontà di superare la censura e di continuare a far arrivare all’esterno, in qualche modo, informazioni. Nei giorni precedenti era infatti emerso che molte lettere scritte da Patrick e a Patrick non erano mai giunte a destinazione.
L’impossibilità di comunicare in modo normale e regolare rischia di aggiungere ulteriore ansia a quella che Patrick già deve provare a causa della diffusione della pandemia da Covid-19 nelle prigioni egiziane e dell’incertezza sulla sua condizione giuridica.
Non si sa neanche quando si svolgerà la prossima udienza: in teoria, essendo stati ordinati ulteriori 45 giorni di detenzione preventiva il 12 luglio, avrebbe dovuto tenersi a fine agosto. Ma il 26 luglio c’è stata una udienza non annunciata (una sorta di riesame? una nuova effettiva udienza?) in cui i 45 giorni sono stati confermati, il ché porta a immaginare, pur in una situazione totalmente arbitraria, che la prossima udienza si terrà intorno a metà settembre.
Per mantenere alta l’attenzione e rinnovare la richiesta di libertà,  sabato 12 settembre a Cervia si leverà in volo un aquilone col volto di Patrick, disegnato dall’artista-attivista Gianluca Costantini. L’iniziativa, che si terrà alle 14.30 nell’ambito di “Sprint Kite”, sarà preceduta alle 11 da una conferenza sui diritti umani in Egitto: è promossa da Amnesty International Italia, Festival dei diritti umani e Articolo 21, in collaborazione con l’associazione Cervia Volante e col patrocinio dell’Università di Bologna e del Comune di Cervia

2 anni senza Giulio Regeni. 110 piazze d’Italia si tingono di giallo per chiedere verità e giustizia

FONTE ARTICOLO21.ORG

Tante le piazze da nord a sud che si sono tinte di giallo per ricordare Giulio Regeni a due anni dall’omicidio. Migliaia le persone che hanno preso parte in oltre 110 città, in tutto il Paese, a fiaccolate silenziose esattamente alle 19.41, l’orario dell’ultimo contatto telefonico di Giulio.
E’ partito dal piazzale antistante le scuole di Fiumicello (Udine), paese natale di Giulio Regeni, la ‘Camminata dei diritti’, la marcia che ha dato il via alle iniziative in programma per chiedere Verità e giustizia per il giovane ricercatore. Ad aprire il corteo sono i bambini del Governo dei giovani del comune di Fiumicello, che hanno portato una bandiera arcobaleno. Subito dopo ha sfilato la madre di Giulio, Paola Deffendi, con la bandiera gialla riportante la scritta “Verità per Giulio Regeni”. Tanti i ragazzi e le famiglie presenti, con in una mano la fiaccola gialla, nell’altra un nastro dello stesso colore che rappresenta le libertà e i diritti, che ognuno ha conquistato o ricevuto. All’arrivo ciascun nastro è stato legato in un punto del piazzale dei tigli per rafforzare la trama del legame sociale.

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Sicurezza Accessibile. La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico. Cos’è la normalità tra intelligence e terrorismo?  Tavola rotonda a Roma, mercoledì 25 ottobre 2017

 
 
SicurezzAccessibile  –  La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico. Cos’è la normalità tra intelligence e terrorismo? È il titolo della tavola rotonda a cura di Giorgio Sclip che si terrà mercoledì 25 ottobre 2017 alle ore 16.00, presso la Sede della Regione Friuli Venezia Giulia, in Piazza Colonna n. 355 a Roma.
 
L’evento, che si inserisce nelle iniziative che l’Università degli Studi di Trieste attua in occasione della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, prenderà spunto dal libro La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico.
 
Il volume presenta una questione non ancora adeguatamente analizzata, proponendo una connessione tra conoscenze e strategie già in possesso e abitualmente utilizzate da varie e diverse organizzazioni, ognuna delle quali ha proprie esperienze e punti vista. Questo con la consapevolezza che la condivisione può risultare estremamente utile e importante per contribuire a costruire una cultura, anche in questo particolare ambito.
 
 L’intento del volume è quello di fornire una metodica riflessione che, a partire dalle esperienze, possa fornire un quadro di riferimento costituito da regole e normative, un’utile base di riferimento per chi, per lavoro o studio, debba recarsi per lavoro in zone a rischio geopolitico. 
 
Programma:
 
Introduce e modera
 
Giorgio Sclip, curatore della collana “SicurezzAccessibile”, membro del network nazionale del focal Point Italia dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – Università degli Studi di Trieste
 
ore 16.10 Maria Pia Turinetti Di Priero, Direttore Generale Università degli Studi di Trieste
Università, internazionalizzazione e sicurezza
 
ore 16.30 Stefano Polli, Vice Direttore ANSA
Lavorare in aree a rischio geopolitico: buone prassi per un comportamento sicuro
 
ore 16.50 Maria Chiara Carrozza, On.le Camera dei Deputati
Il rapporto fra scienza e politica e il suo impatto sulla ricerca
 
 
L’ingresso è libero fino al raggiungimento della capienza massima dell’aula. A richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
 
Per approfondimenti, il volume è disponibile online all’indirizzo
 
Contatti:
Giorgio Sclip, tel. 0405587794
giorgio.sclip@amm.units.it

Nelle ultime settimane le autorità egiziane hanno arrestato un numero di dirigenti sindacali indipendenti.

Nelle ultime settimane le autorità egiziane hanno arrestato un numero di dirigenti sindacali indipendenti. Sono stati arrestati nove dirigenti e sette di questi sono ancora in prigione. 

Tra i dirigenti arrestati vi sono dirigenti del sindacato dei lavoratori del settore delle tasse  sulla proprietà immobiliare e del sindacato dei lavoratori dell’azienda elettrica.

Si teme che anche altri dirigenti sindacali possano essere arrestati.

Il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati del Cairo ha chiesto il nostro aiuto per contribuire alla loro liberazione. 

La loro richiesta è stata sostenuta dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati, International Trade Union Confederation, e dalla Federazione internazionale dei servizi pubblici, la Public Services International.

Per favore, unitevi a noi nella richiesta al Governo egiziano di liberarli immediatamente. 

https://www.labourstartcampaigns.net/show_campaign.cgi?c=3582

E, per favore, condividete questo messaggio con i vostri amici, familiari e colleghi del sindacato.

Grazie!

Eric Lee

Caso Regeni:The Egyptian Commission for Rights and Freedoms (ECRF) is alarmed at the Egyptian government’s attempt to intimidate ECRF by a surprise visit aiming at closing ECRF’s office in Cairo

 

 

September 2017

The Egyptian Commission for Rights and Freedoms (ECRF) is alarmed at the Egyptian government’s attempt to intimidate ECRF by a surprise visit aiming at closing ECRF’s office in Cairo.

A committee from the Investment authority – accompanied by National Security and a police van – entered ECRF’s office claiming to hold a decision to close down the organization and attempted to put a wax seal on the office’s door on grounds that remain unknown.

Lawyers present at the office rejected these claims on the grounds of their lawlessness as ECRF is a law firm operating according to the national legislation. This was enough to prevent the closure of the office but the committee said they will come again. ECRF includes several law firms and therefore cannot be closed by the Investment Authority.

In October 2016, another committee from the Investment Authority had made a similar surprise visit and searched the office. It found law and international law books as well as casefiles of disappeared persons.

The Regeni family is deeply concerned for their lawyers and consultants in a Cairo. “One more time, it seems that the freedom and safety of those helping us in shading light on Giulio’s death is at risk” said Paula and Claudio Regeni and lawyer Alessandra Ballerini.

“This visit is yet another attempt to silence civil society in Egypt. The timing of the visit is not a coincidence as less than a month ago ECRF published its annual report on Enforced Disappearances in Egypt. The report documented 378 cases between August 2016 and August 2017, and labeled the Egyptian security apparatuses as the main actor to be held account for these violations. Additionally, on September 5, 2017, the Egyptian government blocked ECRF’s website”, said the Egyptian Commission for Rights and Freedoms.

This raid follows the arrest of lawyer Ibrahim Metwally, Coordinator of the Association of the Families of Victims of Enforced Disappearances in Egypt, an association that ECRF supports with legal advice.

It is also not coincidence to the fact that ECRF was soon to receive Giulio Regeni’s family members, to continue facilitating the investigation of Regeni’s enforced disappearance followed by death in 2016

EGITTO: LA STAMPA IMBAVAGLIATA, MEDIA PRIVATI SEMPRE PIÙ CONTROLLATI DALLO STATO 

 FONTE NIGRIZIA.IT

I media privati ??in Egitto sono sempre più dominati da uomini d’affari legati al governo e alle sue agenzie di intelligence. A denunciarlo è Reporters senza frontiere (Rsf), in un rapporto diffuso martedì.

“Il dominio del regime sui media continua a crescere e sta anche interessando i media pro-governativi” avverte l’organizzazione per la difesa della libertà della stampa, secondo la quale praticamente tutti i mezzi di comunicazione egiziani sono apertamente a sostegno del governo, che negli ultimi mesi ha bloccato centinaia di siti web, tra cui molti gestiti da giornalisti indipendenti e organizzazioni per i diritti umani. A partire da maggio, le autorità hanno bloccato l’accesso ad almeno 424 siti e ai portali dei servizi VPN, che consentono agli utenti di aggirare tali blocchi. Anche il sito di Reporters senza frontiere è stato bloccato a partire dalla metà di agosto.

Le autorità, inoltre, controllano il lavoro dei giornalisti criminalizzando chi denuncia “false notizie” e arrestando chi è considerato “non allineato”.
La soppressione dei media indipendenti fa parte di una più grande repressione del dissenso, lanciata dopo il golpe militare che ha rovesciato il presidente eletto, Mohamed Morsi, nel luglio 2013.

Il rapporto fa notare che la rete televisiva popolare ONTV e i giornali locali Youm al-Sabea e Sout al-Omma, sono tutti di proprietà di Ahmed Abu Hashima, un imprenditore pro-governativo. Poco dopo aver acquisito la rete nel 2016, le autorità hanno deportato Liliane Daoud, un presentatore televisivo britannico-libanese, critico nei confronti di alcune politiche governative.
Rsf cita anche i casi di Al-Asema TV, di proprietà di un ex portavoce militare, e di Al-Hayat TV, acquistata da una società di sicurezza egiziana. (News 24)