Come si forma una classe dirigente ? Come si sedimenta il sistema di valori che divengono il punto di riferimento per il leader e per lo stato maggiore di una nuova classe dirigente ?
Questi interrogativi sono più che mai opportuni rispetto alla vicenda politica italiana. Come sta avvenendo il ricambio generazionale della classe dirigente e su quali valori si fonda la vision e le strategie di questa classe dirigente?
Per un osservatore esterno ai giochi di potere e , per quanto possibile, vaccinato rispetto alle nostalgie del tempo passato e senza ambizioni politiche personali , decifrare il profilo culturale e politico di questa nuova generazione e’ una sfida utile e stimolante.
Il primo aspetto che emerge dai comportamenti e’ l’ energia vitale di questo personale politico giovane .
L’ascesa rapida non resistibile del leader e l’aggregazione di uno stato maggiore composto da giovani donne e uomini che usano linguaggi, rappresentazioni del mondo e di se’ che sono una frattura con il sentire e la visione del mondo delle generazioni precedenti sono davanti agli occhi di tutti.
Per trovare una spiegazione su questa ascesa rapida e irresistibile di questa nuova elite oltre alle tradizionali chiavi interpretative ispirate alla sociologia ritengo utile utilizzare l’etologia, lo studio dei comportamenti degli animali.
Dopo anni di immobilismo e di palude berlusconiana, emerge una leadership tutta centrata sulla tecnica della conquista del potere, sul potere come elemento fondante ed esaustivo dell’agire politico.
Emerge il leader , in etologia il il capo branco, l’uomo che promette di sbloccare l’Italia, di garantire la governabilità. Rottamazione di uomini e donne politici del secolo scorso e di formule e linguaggi della politica, queste sono le promesse mantenute che smuovono a livello diffuso, tra le generazioni più giovani, il desiderio di cambiamento e e alimentano l’avidità di potere. In questo senso il leader capo branco ha uno straordinario istinto per interpretare la voglia di potere dei componenti e dei candidati a fare parte del branco…
Mese: Novembre 2014
Emilia Romagna nella post democrazia
Ce l’hanno fatta.
Ce l’hanno fatta a disgustare più del 60% dei cittadini rispetto alla partecipazione alla politica tramite il voto. Un vero capolavoro politico, avviato da tempo, con la fine della “diversità positiva, con la regione trasformata in un centro distribuzione risorse ai vari potenti del territorio, associazioni datoriali, lobbies . La Regione era divenuta una specie di prefettura senza un progetto di governo del territorio. Il culmine di questo processo entropico l’ha concluso i PdR, un partito che si tiene lontano dalla partecipazione, dai lavoratori che mettendo in opera la più grande spoliazione dei diritti dei lavoratori ha l’impudenza di chiamarla “riforma di sinistra”. Jobs Act più che una riforma del lavoro di sinistra è una operazione sinistra …. I politici da Bonaccini a tutti gli altri non diano la colpa ad altri che a se stessi. Il PD ha insultato per ,mesi i lavoratori e i loro sindacati. Cosa s’aspettavano i Bonaccini un lancio di bon bon dalla mongolfiera ? Questa sconfitta della democrazia va presa sul serio. Le istituzioni sono per davvero in pericolo di essere delegittimate dalla mancanza di consenso.
Un presidente eletto con il 48 % del 38% degli aventi diritto al voto ha un consenso concreto del 18,24% , il resto sono bubbole. Quindi si riparte con Presidente della Regione azzoppato…
A domani
Il lavoro di tutela dei lavoratori in una fase di crisi lunga – Invervista audio a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della CAMERA del LAVORO di Bologna
Il lavoro di tutela dei lavoratori in una fase di crisi lunga
Invervista audio a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della CAMERA del LAVORO di Bologna
Con questa intervista ha inizio una ricerca sui lavori difficili, di coloro che sono a contatto quotidiano con il dolore sociale di quest’epoca di crisi lunga. In questa puntata intervistiamo Ivano Pioppi dell’Ufficio Tutela dei lavoratori della Camera del Lavoro di Bologna.
E’ il lavoro di operatori come Ivano Pioppi che da una risposta a persone, lavoratori e lavoratrici in grande difficoltà che hanno perso o stanno perdendo il lavoro, persone che stanno male o che si sono ammalate a causa del lavoro…. lavoratori e lavoratrici che trovano una persona competente che li ascolta e costruisce assieme a loro un percorso per la soluzione dei loro problemi. Abbiamo rivolto a Ivano queste domande:
ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA
ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA
Rabbia dolore e indignazione sono i sentimenti condivisi tra i famigliari delle migliaia di vittime dell’amianto per una sentenza quasi inaspettata che annulla la condanna a 18 anni al magnate svizzero Stephan Schmidheiny titolare della Eternit, già riconosciuto colpevole in due gradi di giudizio.
Rabbia e indignazione sono nello stato d’animo di chi scrive che come sindacalista ha conosciuto decine di persone, lavoratori delle OGR, delle Officine Casaralta che non ci sono più perchè uccisi dall’amianto.
E’ necessario tuttavia non farsi travolgere dall’orgia di retorica dei media e mantenere la mente lucida per comprendere per davvero da dove ha origine questa sentenza della Corte di Cassazione.
Una sentenza quella della Corte di Cassazione che mette in luce le deboli fondamenta del sistema normativo in materia di reati ambientali.
ETERNIT : INGIUSTIZIA E’ FATTA
Alla Gucci il lavoro è su chiamata sms
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Notiziario Audio Podcast di Diario Prevenzione n° 21 del 17/11/2014
E’ online il Notiziario Audio Podcast di Diario Prevenzione n° 21 del 17/11/2014
a cura di Gino Rubini
In questa puntata
– Piogge estreme, alluvioni, disastri ambientali e polemiche politiche sulle responsabilità. Sblocca Italia , una nuova colata di cemento ?
– Intervista al Dott. Giorgio Di Leone Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione
– Una sentenza importante sulle responsabilità aziendali per la tutela della sicurezza dei lavoratori all’estero
– Il Convegno Alcol e Lavoro Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche
– Lo stato dei Servizi di Prevenzione
– Segnalazioni
Alluvioni: 20 anni di condoni e di permessi di costruzioni facili …. Anche Renzi parte del problema e non della soluzione
L’ira di Renzi sul maltempo:«20 anni di politiche da rottamare»
Il premier sul dissesto idrologico attacca le Regioni (anche di sinistra). Maroni: «Tutti hanno una responsabilità: «Renzi dia risposte concrete»
Ancora una volta il Presidente ha perso una buona occasione per tacere. Le regioni hanno responsabilità gravi sul dissesto idrogeologico, ma non sono tutte eguali. I disastri di questi giorni hanno origine da scelte fatte negli anni 50 e 60 di cementificazione del territorio. In quegli anni le Regioni non c’erano ancora….
Le liberatorie date da almeno tre condoni in 30 anni hanno di fatto devastato il territorio. Su questo ha ragione Burlando. Il capetto Renzi che è stato Presidente della Provincia di Firenze dovrebbe conoscere bene la storia delle politiche del territorio. Invece di sparare sugli altri sarebbe bene che il governo predisponesse il piano difesa del suolo da qui al 2020 coinvolgendo Regioni e Comuni capoluogo. Non si fa politica del territorio con le sbruffonate ma con un lavoro serio e con molte risorse .
Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.
Fare prevenzione vuol dire anche contrastare il processo di impoverimento e di plebeizzazione di milioni di uomini e donne che vivono del proprio lavoro.
Le turbolenze non solo climatiche e meteo che stanno percorrendo il nostro paese ci obbligano ancora una volta a fare il punto sulla situazione.
Nonostante il clima generale di incertezze e di tensioni sociali rileviamo con piacere la tenacia di molti operatori che si occupano di prevenzione a perseverare con la continuità e l’impegno quotidiano nello sviluppare progetti, a elaborare proposte, a mantenere attivi Servizi di Prevenzione con risorse sempre più scarse.
Questo è un dato positivo, importante, che fa bene sperare per il futuro, pure a fronte di una molteplicità di segnali negativi che indurrebbero molti a ritirare i remi in barca.
Come vedrete dalle notizie che riportiamo dalla newsletter nel corso di poche settimane si sono celebrati diversi eventi di rilevante importanza che mostrano che non vi è la resa rispetto ad un adattamento passivo e ad un ridimensionamento delle aspettative di una migliore qualità del lavoro, delle relazioni sociali, della vita.
Il Convegno monotematico Alcol e Lavoro che si è svolto a Bari si è caratterizzato per l’elevata qualità dei contributi dei relatori e per le elaborazioni e i programmi che ne sono scaturiti.
Diversi Seminari che si sono svolti nell’ambito del Salone Ambiente Lavoro hanno affrontato temi scottanti cercando di aggiornare metodologie e pratiche professionali di chi si occupa di prevenzione rispetto ai problemi di quest’epoca triste per chi vive del proprio lavoro.
Tra questi temi segnaliamo l’emergente problema dell’invecchiamento nel lavoro o meglio degli anziani costretti ancora a lavori pesanti e disagiati.
Alluvioni, allagamenti, frane e responsabilità
Le bombe d’acqua con alluvioni, allagamenti e fiumi di fango che invadono case , negozi , scuole e centri storici sono cronaca quotidiana. In Italia si muore per alluvioni. Non è un fatto nuovo ma è nuova la frequenza e la vastità dei territori colpiti. E’ giusto in questi momenti essere solidali con le popolazioni colpite. Bravissimi i ragazzi che accorrono per dare una mano a liberare dal fango i piani bassi delle abitazioni. Chi sono i responsabili di questo sfacelo del paese ? Sono solo i sindaci di Massa Carrara o di Genova che giustamente dovranno rispondere per quanto loro compete sui mancati di lavori di manutenzione o sui mancati allarmi o vi è una responsabilità diffusa di tutti i cittadini che negli anni passati hanno chiesto varianti per costruire in aree golenali, in zone a rischio ? Occorre un esame di coscienza collettivo sulle responsabilità sia pure differenti che coinvolgono l’intero paese. Per anni vi è stata una pressione fortissima per cementificare ogni metro quadrato di territorio, per elevare costruzioni intubando torrenti, canali e recuperare spazi edificabili. Chi ha votato questi signori che poi come sindaci hanno dato permessi di costruzione anche dove non si doveva? Che dire poi dei finanziamenti bloccati per cui per anni non sono state fatte le manutenzioni ordinarie agli argini e tutti quei lavori necessari per garantire una ragionevole sicurezza del territorio.
Tra coloro che protestano giustamente perchè vittime delle alluvioni quanti si fanno un esame di coscienza sulle sottovalutazioni dei rischi e sul fatto di non avere contrastato il consumo folle di territorio che ha reso vulnerabili tante aree del paese ?
Certo i gradi di responsabilità sono differenti ma sono pochi quelli che sono per davvero “innocenti” . Assumiamo tutti il concetto che siamo responsabili rispetto al governo ambientale del territorio e che non dobbiamo delegare a terzi un ruolo di controllo sociale su ciò che accade nell’ambiente in cui viviamo. Le occupazioni dei comuni, le aggressioni ai politici locali sono una valvola di sfogo temporanea, un urlo di rabbia impotente che va superato con una partecipazione consapevole a richiedere nuove politiche di gestione dei rischi ambientali a livello locale e nazionale. E non dimentichiamo un fatto: le politiche di gestione dei rischi ambientali non sono delegabili a terzi ma ciascuno di noi deve fare la sua parte.
editor
L’intervista audio al Dott. Giorgio Di Leone, medico del lavoro e Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione
L’intervista audio al Dott. Giorgio Di Leone, medico del lavoro e Presidente della SNOP – Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione su questi temi
– stato dell’arte e prospettive della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro in questa crisi prolungata che ha messo in difficoltà imprese e istituzioni;
– le linee del Governo in materia di lavoro quali effetti avranno sia sul sistema istituzionale di prevenzione sia nei luoghi di lavoro;
– quali iniziative e progetti ha in cantiere la Snop per la continuità dei Servizi di prevenzione delle Asl .
L’INTERVISTA AUDIO ( 33 minuti audio wav )
Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche.
Gli effetti della crisi sulla salute dei lavoratori. Immigrazione, precariato, stress lavoro correlato ed emarginazione : le azioni di prevenzione per il consumo delle bevande alcoliche.
La lotta all’alcolismo tra i lavoratori risale alla fine ‘800. Le prime leghe sindacali nella fase costituente incontrarono tra gli ostacoli l’abitudine dei lavoratori all’alcol, il loro dissipare il salario nelle osterie.
La prima grande opera di prevenzione fu quella del sorgere delle coalizioni di lavoratori che rivendicavano autonomia e dignità del lavoro. La prima grande opera di contrasto all’abuso dell’alcol, in quell’epoca, fu fatta dai movimenti caratterizzati da un forte protagonismo femminile che individuarono nella lotta all’alcolismo di cui erano vittime i bredwinners una priorità per salvaguardare condizioni di esistenza tollerabili nelle famiglie.
E’ da questo aspetto che scelgo di partire per sviluppare una serie di riflessioni sul tema.
Come sindacalista ho maturato un’esperienza lunga di situazioni di crisi, di gruppi di persone che da un certo momento vivono la destrutturazione del loro essere sociale, della loro identità e autostima derivante dalla perdita del lavoro sia al livello di gruppo sia a livello individuale.
In quest’epoca di crisi prolungata , di trasformazione della società e del lavoro, si moltiplicano le situazioni di vulnerabilità, migliaia di persone che avevano raggiunto un certo equilibrio e una condizione di vita decorosa si trovano, finita la CIG e i pochi altri strumenti di protezione sociale all’improvviso proiettate nel “vuoto” dell’incertezza rispetto al loro futuro, senza un paracadute.
Questo avviene peraltro in una società che in larga parte ha interiorizzato e accettato la cultura della rottamazione non solo degli oggetti ma anche degli umani non adatti o non più adatti in nome dell’efficienza del sistema azienda e del ricambio generazionale che si sta realizzando senza la mediazione di un patto di alleanza tra le generazioni.