Bruno Giorgini: Scomunichiamo Salvini

FONTE INCHIESTAONLINE

L’anatema di Famiglia Cristiana è senza appello: Vade retro Salvini. Nel nome del Vangelo. E un religioso del peso di Matteo Maria Zuppi, cappellano del Papa nonchè arcivescovo di Bologna, scrive sull’Avvenire “Amate dunque il forestiero, perchè anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto (..)Da una parte silenzi sulle cause lontane e vicine (delle migrazioni, ndr) e dall’altra parole di fatto violente nelle espressioni di sostanziale disprezzo. L’Italia ha un patrimonio di umanesimo che non deve mai essere messo in discussione”.

Dunque la Chiesa scende in campo per “accogliere, promuovere, proteggere e integrare”, individuando in Salvini l’artefice e il propagatore di pratiche – come la chiusura dei porti esplicitamente citata – che violano la pietas cristiana nonchè i diritti umani, per di più usando termini di “una volgarità inaudita”, quando dice per esempio che “la pacchia è finita”. I vescovi avvertono il Ministro dell’Interno che “Non si può brandire il Vangelo o il rosario per giustificare i nostri atti politici”. Non risparmiando i numeri della strage. Se Salvini twitta “Meno persone partono, meno morti ci saranno. Io lavoro per questo”, Famiglia Cristiana scrive: “dall’inizio dell’anno allo scorso 18 Luglio l’Organizzazione mondiale per le migrazioni ha contato 1490 decessi su un totale di 51782 persone giunte in Europa via mare. Quasi un punto percentuale in più dei morti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.” Mentre le critiche dell’Avvenire, giornale dei vescovi, contro Salvini non si contano, spesso smascherando le sue menzogne.

Per esempio quando in visita alla baraccopoli ghetto di San Ferdinando commenta: “questo è il risultato di anni di immigrazione incontrollata, alla Renzi, alla Mare Nostrum che hanno portato a questa giungla” e uno s’immagina folle di immigrati senza permesso di soggiorno, “i clandestini” parola tesa a indicare secondo la legge Bossi Fini una delinquenza. Ma non si tratta di “clandestini” e/o irregolari, bensì di lavoratori immigrati col permesso di soggiorno tenuti in condizioni di sfruttamento estremo e di vita indegna dal sistema dei caporali e dei padroni, tutti bravi italiani, ci mancherebbe. Di fronte a queste persone il nostro senza pudore alcuno ha aggiunto: “siccome ci sono 5 milioni di italiani in povertà, vengono prima loro per casa e lavoro”. Peccato che i negher una casa neppure sappiano cosa sia abitando in baracche alla bell’e meglio tenute in piedi, e che il loro lavoro sia pagato una miseria, ben al di sotto dei salari minimi per i braccianti italici. Salvo invece che muoiano per incidenti stradali ammassati nei furgoni fracassati dai TIR, quattro più dodici in un paio di giorni. Per sopramercato Salvini sta operando per depotenziare la legge contro il caporalato, approvata sull’onda dell’emozione per la morte dovuta a eccesso di fatica della bracciante pugliese Paola Clemente, perchè pare metta troppi lacci e lacciuoli a padroni e padroncini.

Insomma Salvini, seppure ostenta il rosario, par sulla soglia di una scomunica. Non ancora definita per editto papale, ma già assai avanzata nella società ecclesiale.

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