POPULISMI, BALLE E FAKENEWS

 

Il grande fiume delle notizie che scorre nel e dal web appare sempre più come avvolto in una nebbia che impregna ogni oggetto della comunicazione.
Le narrazioni, la creazione di nuovi contesti immaginari molto spesso basati su fake news, questi sono i prodotti di nuova generazione degli spin doctor che si avvalgono delle profilazioni di massa…
La manutenzione, la gestione e il rilancio delle paure è il nuovo “lavoro politico” degli specialisti del consenso.
Di solito questi lavori “sporchi” sono delegati a team di specialisti della manipolazione.
La paura dei migranti è la merce più gettonata, viene alimentata, c’è la preoccupazione che il calo dei flussi di naufraghi faccia crollare la tensione e le paure così importanti per la tenuta dell’audience.
Il fiume di merda che viene alimentato è troppo importante perchè si pensi alla soluzione dei problemi.
Un tempo la struttura organizzativa di un partito aveva un certo numero di persone addette alla stampa e propaganda, alla formazione quadri, ai dipartimenti tematici. Tutto questo ai post partiti non serve più. Le politiche economico sociali sono delegate alla elaborazione delle lobbies.
Ai post partitit servono comitati elettorali sostenuti da lobbies. La elaborazione dei programmi politici è data in outsourcing a think tank. Gli eventi formali, convention, raduni dei fans non hanno nulla a che fare coi tradizionali congressi, sono meeting di propaganda, momenti di sperimentazione del grado di consenso di certe parole d’ordine.
Certo può permanere una struttura di partito tradizionale ma nei fatti non conta quasi più nulla, ciò che conta è la retro cucina del consenso, con gli apparati di profilatori e gestori del consenso nei social .
Queste caratteristiche con profili organizzativi diversi sono proprie di partiti post-moderni come Lega di Salvini e Movimento Cinque Stelle.
Nulla avviene per caso: le stesse bizzarrie come quella del Salvini di portare sempre divise della Polizia di Stato o dei Carabinieri non sono frutto di una mania del leader leghista ma una scelta di comunicazione politica.
Le scene sono un pò penose: raduni di militanti che si autoesaltano durante i discorsi del capo che rilanciano gli items che sono parte intima delle convinzioni profonde recuperate dai loro stessi profili.
Per il Movimento 5 Stelle le dinamiche sono analoghe anche se meno grezze.
Per concludere: viviamo in un’epoca post democratica, le forme partito sono mutate profondamente. L’illusione della partecipazione copre forme di manipolazione profonda basata sui big data ricavati dalla profilazione di milioni di persone.
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