PD dieci anni dopo: un fallimento perfettamente riuscito

di Fausto Anderlini – 16 ottobre 2017

Celebrazione più misera e grottesca non si sarebbe potuta immaginare. Un sermone di Veltroni, una omelia di Gentiloni, un comiziaccio di Renzi al grido di dopo di me il diluvio. Nel parterre fra le illustri presenze solo Fassino e il canuto ideologo delle oligarchie debenedette, che nel pistolotto domenicale (peraltro smentito dalle cronache interne del suo stesso giornale) ha presentato l’evento giulivo come sedesse al parlamento subalpino in compagnia di Cavour e Rattazzi. Persi per strada se non allontanati con protervia gran parte del gruppo dirigente ‘fondatore’, centinaia di migliaia di militanti e iscritti, milioni di elettori, un evento cerimoniale disatteso persino da una parte dello stesso partito, ormai chiusa in un perenne aventino. Una congrega di imbecilli plaudenti e di mediocri che si affida alla guida di un egolatra con seri problemi di tenuta mentale, tirata per i capelli da un gruppo editoriale che come un baco ha prodotto una mutazione culturale di cui neppure padroneggia l’esito. Un ‘padre fondatore’, unico sopravvissuto, che ha assecondato tutte le svolte della deriva e che invita i presenti, senza senso del ridicolo, a ‘non avere paura della sinistra’. Come fosse il maestro che guida la comitiva nella galleria degli orrori al luna park. Uno spettacolo penoso e farsesco.

Mutazione genetica o evoluzione necessaria ? Vero è che certe ambiguità erano palesi sin dalla fase d’avvio. A parte la piega di un programma da ‘terza via’ già in prossimità di scadenza, ritorto in senso marcatamente liberista, il Pd voleva essere nei proponimenti l’incontro delle culture riformiste di matrice costituzionale ma anche il loro superamento. Una contraddizione in termini che si è risolta in un clamoroso tentativo di stravolgimento della Carta, protrattosi sino all’ultima manipolazione elettorale nonostante la sconfitta referendaria. Sicchè oggi il Pd, nato per contrapposizione a un blocco politico orientato alla decostituzionalizzazione del sistema politico, ha finito per farne proprio il programma. Con una pervicacia persino maggiore. Nello stesso tempo il Pd mirava, con gli artifici direttistici del partito leggero e delle primarie, a dar forza alla leadership per via plebiscitaria volendo renderla, nel contempo ‘contendibile’. Un ossimoro caro ad Arturo Parisi che è infine approdato al suo esito logico facendo del Pd un partito personale pseudocesaristico con una cricca al posto di un gruppo dirigente. Una totale eterogenesi dei fini. O forse peggio: il perseguimento di un diabolico disegno. Macchè ‘partito d’azione’, o ‘partito della nazione’ come cianciano tardo liberali e togliattiani degenerati…L’ennesimo partito di centro, con una base personalistica e con una cultura politica così nebulosa da issare i Casini e gli Alfano ad esempi inimitabili di coerenza, che vive di espedienti tattici ed espone il paese a pericolosi avventurismi costituzionali.

Ma soprattutto un partito di imbecilli, quale icasticamente rappresentato dal duo Fiano-Rosato. Veri e propri apprendisti stregoni malefici istigati dal pazzo di Rignano. Le prime simulazioni sul Rosatellum stanno evidenziando dinamiche che era facile prevedere. Per il Pd sarà una disfatta, mentre la destra autentica servita su un piatto d’argento farà la parte del leone. Infatti le basterà raccogliere la rendita della guerra a sinistra scatenata dal Pd sino a colpire le sue stesse basi sociali con l’illusione di ‘sfondare a destra’ e guidare una prospettiva di governo neo-centrista e pro-sistema. Con inaudita impudenza i renziani spalleggiati dal concerto mediatico si sono scatenati nella ‘caccia ai traditori’ ed ai ‘rancorosi’, usando D’Alema come capro espiatorio con metodi degni delle canee antigiudaiche, ma la realtà è esattamente arrovesciata. Tutto l’impianto del Rosatellum è stato pensato per inibire sul nascere, con espedienti truffaldini, la possibilità di una rinascita della sinistra. Una determinazione maniacale, ossessiva, essa sì adatta per le analisi di Recalcati, sinanche prevalente sul disegno di danneggiare il M5S. Laddove una forza, anche moderatissima, di cauto centro-sinistra, gestita da persone solo modestamente intelligenti, avrebbe avuto tutto l’interesse a vedere articolata alla sua sinistra una forza capace di intercettare l’elettorato esacerbato.

Un minimo di lucidità in zucca avrebbe aiutato a comprendere che un sistema proporzionale puro (a parte ogni altro legittimo requisito) sarebbe meglio servito alla bisogna preservando al Pd una posizione di centralità in un arco articolato di forze. Lo stesso veto posto contro il voto disgiunto è stato pensato in questa chiave. Impedire alla sinistra di esistere togliendole ogni possibilità di manovra, salvo accusarla di irrilevanza e delitto ‘testimoniale’. Con il risultato che il Pd andrà incontro a una debacle clamorosa sia sull’uninominale che sul proporzionale, dove le liste civetta non apporteranno voti propri ma dreneranno semmai quelli del Pd dove gli scontenti sono legioni. In Emilia, dove col Mattarellum, il centro sinistra era in grado di prendersi 30 collegi su 32, si stima che il Pd acquisirà meno della metà dei 16 in palio. E sono già previsioni rosee che però lasciano immaginare cosa accadrà altrove. Perchè nel nord e nel sud saranno cappotti. Uccidere in modo sistematico la sinistra dentro di sè e impedirle di rinascere fuori di sè. Questa la missione dei nostri ‘azionisti illuminati’. Infine restandoci secchi. Suicidi nella terra bruciata da essi stessi creata. Laddove il Pds seppe gestire con ben altro tatto la scissione di Rifondazione. Un capolavoro vendicativo con un esito autodistruttivo che mette a repentaglio la stessa tenuta del sistema democratico. Nè si vede come il Pd potrà chiamare al ‘voto utile’ in suo favore. Contro chi se non contro lui stesso ? Un partito residuo e degenerato nella libidine di potere, non solo odioso, ma fatto di imbecilli. Aspetto, quest’ultimo, più grave d’ogni altra nequizia e che lo rende definitivamente imperdonabile.

Bisognerà ricostruire la sinistra dalle fondamenta e fuori da ogni equivoco. Attraversando il deserto.