Formazione delle attuali elites dirigenti e del personale politico in Italia

Come si forma una classe dirigente ? Come si sedimenta il sistema di valori che divengono il punto di riferimento per il leader e per lo stato maggiore di una nuova classe dirigente ?
Questi interrogativi sono più che mai opportuni rispetto alla vicenda politica italiana. Come sta avvenendo il ricambio generazionale della classe dirigente e su quali valori si fonda la vision e le strategie di questa classe dirigente?
Per un osservatore esterno ai giochi di potere e , per quanto possibile, vaccinato rispetto alle nostalgie del tempo passato e senza ambizioni politiche personali , decifrare il profilo culturale e politico di questa nuova generazione e’ una sfida utile e stimolante.
Il primo aspetto che emerge dai comportamenti e’ l’ energia vitale di questo personale politico giovane .
L’ascesa rapida non resistibile del leader e l’aggregazione di uno stato maggiore composto da giovani donne e uomini che usano linguaggi, rappresentazioni del mondo e di se’ che sono una frattura con il sentire e la visione del mondo delle generazioni precedenti sono davanti agli occhi di tutti.
Per trovare una spiegazione su questa ascesa rapida e irresistibile di questa nuova elite oltre alle tradizionali chiavi interpretative ispirate alla sociologia ritengo utile utilizzare l’etologia, lo studio dei comportamenti degli animali.
Dopo anni di immobilismo e di palude berlusconiana, emerge una leadership tutta centrata sulla tecnica della conquista del potere, sul potere come elemento fondante ed esaustivo dell’agire politico.
Emerge il leader , in etologia il il capo branco, l’uomo che promette di sbloccare l’Italia, di garantire la governabilità.  Rottamazione di uomini e donne politici del secolo scorso e di formule e linguaggi della politica, queste sono le promesse mantenute  che smuovono a livello diffuso, tra le generazioni più giovani, il desiderio di cambiamento e e alimentano l’avidità di potere. In questo senso il leader capo branco ha uno straordinario istinto per interpretare la voglia di potere  dei componenti e dei candidati a fare parte del branco…


Fare fuori i vecchi leader, occupare tutti gli spazi intermedi, non mediare lo scontro generazionale, utilizzarlo, anzi,  come propellente per fare promesse e soddisfare gli appetiti dei “lupetti” del branco.
Il leader capo branco emergente per rimanere capo del branco non può in alcun modo relazionare o mediare con i capi di altri branchi tradizionali, più vecchi, in declino o in difficoltà, le organizzazioni sindacali, ad esempio.
Che succede nel frattempo tra i componenti/seguaci del branco ?
Quarantenni e trentenni, donne e uomini, prevalentemente avvocati di provincia con una prospettiva di passare il resto della loro vita ad occuparsi di divorzi, di liti condominiali
in polverose aule di tribunali di piccole città  hanno realizzato di avere a portata di mano la grande occasione della loro vita. A fronte di questa possibilità non vi sono più stati freni inibitori , si sono lanciati in questa avventura.
Arroganza, autosufficienza, cinismo e pratica dell’insulto e dileggio per coloro che la pensano in altro modo…
L’uso della metafora etologica, della dinamica del branco, può essere giudicata come una forzatura, ma è efficace per comprendere la mutazione rapida e travolgente di un ricambio generazionale delle elites della classe dirigente in Italia . Un ricambio che avviene senza mediazioni, feroce e spregiudicato.
E’ a livello istintivo, a fronte dei cambiamenti violenti e ai discorsi aggressivi  che una massa di uomini e donne normali, abituati a progetti di vita semplici hanno percepito il pericolo di aggressione alla loro condizione di vita, hanno percepito il pericolo di essere emarginati da questa elite sorgente che non conosce la mediazione, la solidarietà e la pratica dell’alleanza tra generazioni.
Sono ‘ queste persone normali che hanno rotto lo schema della delega tramite il non  voto e hanno scelto di dare un segnale politico potente: non vi diamo la nostra delega, di voi non ci fidiamo….
Questo e’ ciò che verosimilmente è successo anche nelle ultime elezioni regionali dell’Emilia Romagna.
Vedremo come reagirà il capo branco e il branco.

Gino Rubini