Alluvioni, allagamenti, frane e responsabilità

Le bombe d’acqua con alluvioni, allagamenti e fiumi di fango che invadono case , negozi , scuole e centri storici sono cronaca quotidiana. In Italia si muore per alluvioni. Non è un fatto nuovo ma è nuova la frequenza e la vastità dei territori colpiti. E’ giusto in questi momenti essere solidali con le popolazioni colpite. Bravissimi i ragazzi che accorrono per dare una mano a liberare dal fango i piani bassi delle abitazioni.  Chi sono i responsabili di questo sfacelo del paese ? Sono solo i  sindaci di Massa Carrara o di Genova che giustamente dovranno  rispondere per quanto loro compete sui mancati di lavori di manutenzione o sui mancati allarmi o vi è una responsabilità diffusa di tutti i cittadini  che negli anni passati hanno chiesto varianti per costruire in aree golenali, in zone a rischio ? Occorre un esame di coscienza collettivo sulle responsabilità sia pure differenti che coinvolgono l’intero paese. Per anni vi è stata una pressione fortissima per cementificare ogni metro quadrato di territorio, per elevare costruzioni intubando torrenti, canali e recuperare spazi edificabili. Chi ha votato questi signori che poi come sindaci hanno dato permessi di costruzione anche dove non si doveva? Che dire poi dei finanziamenti bloccati per cui per anni non sono state fatte le manutenzioni ordinarie agli argini e tutti quei lavori necessari per garantire una ragionevole sicurezza del territorio.

Tra coloro che protestano giustamente perchè vittime delle alluvioni quanti si fanno un esame di coscienza  sulle sottovalutazioni dei rischi e sul fatto di non avere contrastato il consumo folle di territorio che ha reso vulnerabili tante aree del paese ?

Certo i gradi di responsabilità sono differenti ma sono pochi quelli che sono per davvero “innocenti” . Assumiamo tutti il concetto che siamo responsabili rispetto al governo ambientale del territorio e che non dobbiamo delegare a terzi un ruolo di controllo sociale su ciò che accade nell’ambiente in cui viviamo. Le occupazioni dei comuni, le aggressioni ai politici locali sono una valvola di sfogo temporanea, un urlo di rabbia impotente che va superato con una partecipazione consapevole a richiedere nuove politiche di gestione dei rischi ambientali a livello locale e nazionale. E non dimentichiamo un fatto: le politiche di gestione dei rischi ambientali non sono delegabili a terzi ma ciascuno di noi deve fare la sua parte.

 

editor