Dossier Libia. Abusi e violazioni sull’altra sponda del Mediterraneo

FONTE MELTINGPOT

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Le politiche europee e quelle degli ultimi Ministri dell’Interno italiani da anni sono impegnate a costruire le nuove frontiere dell’Europa, nel tentativo di “sigillarne” i confini. Frontiere volte a fermare il flusso dei rifugiati e migranti economici, motivando queste azioni come necessarie al contrasto dell’immigrazione irregolare.

La Libia è diventata una “zona cuscinetto” dove i tavoli politici contrattano accordi economici e diritti umani, summit con capi di stato e strette di mano mentre le motovedette libiche minacciano le ONG che operano nel Mediterraneo, durante le operazioni di salvataggio, per la riconsegna di esseri umani

I centri di detenzione in Libia sono lager denunciati da tutti i migranti che hanno transitato per il paese prima di affrontare il viaggio ed arrivare in Europa. Le vittime delle torture, delle violenze, degli stupri, degli abusi, dei ricatti a livello economico sono migliaia: uomini, donne e minori. Nessuno escluso.

Il c.d. “Decreto Salvini”, diventato legge ieri sera, cancella proprio quelle vittime di tortura. Spesso titolari, qui in Italia, di un permesso di protezione umanitaria.

Oltre alla ben nota difficoltà nel racconto del proprio vissuto, e ai processi di banalizzazione delle “vecchie lesioni“, già operanti, da parte di un sistema di accoglienza fortemente carente nel supportare o anche solo riconoscere le vittime di tortura con percorsi idonei, oggi, il “Decreto Legge Salvini” indebolisce il sistema Sprar e trasforma i Centri di accoglienza straordinaria (CAS) in dormitori “per norma”, rendendo invisibili proprio coloro che, invece, avrebbero maggior bisogno di attenzione e protezione.

I permessi “speciali” per salute si otterranno con difficoltà enormi per chi non riesce spesso nemmeno a pronunciare il proprio nome. Il DL Salvini diventa così un altro elemento di tortura per migliaia di uomini, donne e bambini, che continueranno a non trovare né giustizia né pace.

Le testimonianze raccolte, i video, gli audio, le interviste, i reportage internazionali, le denunce degli organismi internazionali, i rapporti di ONG come Amnesty, MSF, Open Arms tra gli altri, gli aggiornamenti sulla giurisprudenza di ASGI, saranno i materiali che potranno essere consultati sul nuovo sito DOSSIER LIBIA, che viene lanciato oggi 28 novembre 2018.

Un lavoro collettivo di informazione e denuncia che nasce da attivisti, giornalisti, operatori sociali e legali, avvocati. Che nasce dalla volontà di non tacere su quanto sta accadendo di fronte alle coste dell’Italia e dell’Europa, di denunciare quello che possiamo definire uno dei crimini peggiori di cui i governi si stanno macchiando, ovvero quello di collaborare con la Libia rinnovando e firmando Memorandum e Trattati e con le forze al potere mentre il paese stesso non ha mai ratificato la Convenzione ONU sui Diritti Umani.

Un lavoro collettivo che nasce dai tanti migranti incontrati dalla campagna LasciateCIEntrare, da Melting Pot e da ASGI.

L’Italia e l’Europa si stanno macchiando di veri e propri crimini contro l’umanità.

Obiettivo del progetto #DOSSIERLIBIA sarà, quindi, quello di essere uno strumento di informazione, controinformazione, denuncia e pressione politica rivolto al Governo italiano, Consiglio d’Europa e Onu.

La testimonianza di P.

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