Clinica greca autogestita rifiuta premio del Parlamento Europeo

03.05.2017 Comité pour l’abolition des dettes illégitimes (CADTM)

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Clinica greca autogestita rifiuta premio del Parlamento Europeo

“Sarebbe del tutto ipocrita accettare un tale riconoscimento quando l’Europa finge di non vedere i bambini malnutriti, i malati di cancro non assicurati che muoiono, le famiglie che soffrono la fame e tutti quelli che vivono senza cibo, senza acqua ed elettricità”.

Di Fatima Martin (CADTM)

La clinica comunitaria metropolitana autogestita di Ellinikò ha rifiutato il Premio del Cittadino Europeo 2015 assegnato dal Parlamento Europeo. Lo stesso Parlamento il cui presidente, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, aveva minacciato i Greci di uscita dall’Eurozona se avessero votato ‘no’ al referendum, ha offerto questo riconoscimento al Centro che si prende in carico i pazienti che hanno perso la copertura sanitaria gratuita.

Un premio che i suoi membri hanno rigettato dichiarando: “Sarebbe del tutto ipocrita ricevere un tale riconoscimento quando l’Europa finge di non vedere i bambini malnutriti, i malati di cancro non assicurati che muoiono, le storie di famiglie che soffrono la fame e tutti quelli che vivono senza cibo, senza acqua ed elettricità per un altro anno”.

I membri della clinica hanno detto che avrebbero approfittato della loro visita a Bruxelles per cercare di fare una campagna contro il memorandum e le politiche di austerità imposte alla Grecia. Ma, dopo essere stata informata, la vicepresidente del Parlamento europeo, Sylvie Guillaume del Partito socialista francese, ha fatto cancellare i biglietti aerei e gli alloggi predisposti per la partecipazione dei rappresentanti del Centro alla cerimonia, prevista per il 15 ottobre 2015 a Bruxelles, dicendo che non trovava appropriata la loro partecipazione. “L’evento e la cerimonia sono un’occasione speciale per riconoscere tutti i vincitori e non dovrebbero essere utilizzati per altri scopi, e ciò non ha nulla a che vedere con la qualità del vostro operato”, ha detto.

I rappresentanti del Centro qualificano come ‘ipocrita’ il premio offerto dalle istituzioni europee.

I membri del collettivo hanno dichiarato che il premio simboleggiava il riconoscimento di “quattro anni di lotta per una società più giusta nei confronti dei disoccupati non assicurati che sono stati abbandonati dallo Stato greco durante la crisi”, ma essi hanno ricordato che “questa è una lotta per tre milioni di persone in Grecia che si trovano senza sicurezza sociale, senza lavoro e nella povertà più assoluta a causa delle politiche di austerità imposte da FMI, BCE e UE“.

Dopo aver appreso di aver vinto il premio, essi hanno dichiarato in un comunicato: “Per noi e per la maggior parte dei Greci, l’Europa è la nostra casa, una casa piena di gente comprensiva e solidale, è l’Europa nella quale crediamo e che vogliamo. Purtroppo, abbiamo trovato un’Europa perduta negli ingranaggi burocratici e negli interessi finanziari. Con grande costernazione vediamo che la priorità per l’Europa è di trovare miliardi di euro per le banche private, mentre al contempo impone al bilancio della sanità greca un taglio del 50% rispetto al 2009”.

Nel testo, la clinica autogestita di Ellinikò cita i dati dell’Istituzione Prolepsis sull’impoverimento della società greca: sei studenti su dieci ad Atene (su 64 scuole analizzate) hanno bisogni nutrizionali urgenti; l’11% non ha assicurazione sanitaria; il 7% ha vissuto senza elettricità per una settimana nel 2014; 1053 scuole hanno beneficiato del programma di aiuti alimentari per soddisfare le esigenze di base di 152.937 studenti.

Il comunicato fa anche eco allo studio dell’Ufficio del bilancio del Parlamento greco, secondo cui 3,8 milioni di Greci vivono vicino alla soglia di povertà (432 euro a persona) e 2,5 milioni di essi sono al di sotto di questa soglia (233 euro a persona al mese). “Ciò significa che 6,3 milioni di Greci, il 58% della popolazione, vive vicino o al di sotto della soglia di povertà”.

Per tutte queste ragioni, il collettivo ribadisce che non rifiuta l’Europa o il suo popolo, ma che si sente in dovere di “voltare le spalle a tutte le istituzioni e a tutti i loro politici, Parlamento europeo incluso, che trattano le persone come numeri d’archivio, il che è una vergogna per la civiltà europea”.

Traduzione dal Greco: Fausto Guidice per Tlaxcala

Questo articolo è estratto dalla rivista del CADTM “Les Autres Voix de la Planète”