Cronache da Berlino. Lo sciopero globale per il clima – 25 settembre 2020 –

Nella mattinata del 25 settembre si è svolta a Berlino la prima manifestazione/sciopero del dopo lockdown contro il cambiamento climatico e per politiche ambientali e di sistema che impediscano i disastri ambientali cui rischiamo già di abituarci.
Alla Porta del Brandeburgo migliaia di ragazzi giovanissimi, più liceali che universitari si sono schierati con ordine distanziati di un metro e mezzo con i loro cartelli , con i volti coperti con mascherine.Gli organizzatori avevano già predisposto con piccoli cerchietti bianchi disegnati sull’asfalto le postazioni di ciascun manifestante…

 

Un severo servizio d’ordine svolto da ragazzine e ragazzini hanno fatto rispettare i distanziamenti tra i partecipanti, inflessibili e determinati a mantenere le promesse alle autorità di garantire una manifestazione senza assembramenti e conforme alle norme anti contagio.Era freddo stamane a Berlino e pioveva ma questa avversità non ha scalfito la determinazione di queste ragazze e ragazzi a fare sentire propria voce,a richiamare l’attenzione rispetto al futuro, al loro futuro, alle loro speranze per una vita che non sia ritmata dal susseguirsi di eventi ambientali catastrofici. C’era anche molta ironia nelle scritte in diversi cartelli….

 

 

Al contempo molte centinaia di ciclisti hanno sfilato per le vie di Berlino su velocipedi, tricicli ad energia solare, i mezzi più fantasiosi che si possa immaginare. Una manifestazione consapevole delle grandi difficoltà per il futuro rispetto ad una battaglia che sarà durissima e al contempo leggera, elegante e gioiosa.

Foto e articolo  di Gino Rubini 

 

 

Le parole di Patrick dal carcere, tra speranza e ansia

Fonte Articolo21

“Sto bene e spero che anche voi stiate bene”. Questa frase, scritta su un foglio tirato via da quello che pare un quaderno di appunti, è stata consegnata il 5 settembre ai familiari di Patrick Zaky dalla direzione della prigione di Tora, in occasione della consegna settimanale di cibo e abiti.
Una frase lapidaria, formale, che ha messo in agitazione la famiglia di Patrick e poi gli amici e tutte le persone che dall’Italia sono mobilitate da febbraio per la sua scarcerazione. C’è da sperare che quel messaggio secco sia stato solo determinato dalla volontà di superare la censura e di continuare a far arrivare all’esterno, in qualche modo, informazioni. Nei giorni precedenti era infatti emerso che molte lettere scritte da Patrick e a Patrick non erano mai giunte a destinazione.
L’impossibilità di comunicare in modo normale e regolare rischia di aggiungere ulteriore ansia a quella che Patrick già deve provare a causa della diffusione della pandemia da Covid-19 nelle prigioni egiziane e dell’incertezza sulla sua condizione giuridica.
Non si sa neanche quando si svolgerà la prossima udienza: in teoria, essendo stati ordinati ulteriori 45 giorni di detenzione preventiva il 12 luglio, avrebbe dovuto tenersi a fine agosto. Ma il 26 luglio c’è stata una udienza non annunciata (una sorta di riesame? una nuova effettiva udienza?) in cui i 45 giorni sono stati confermati, il ché porta a immaginare, pur in una situazione totalmente arbitraria, che la prossima udienza si terrà intorno a metà settembre.
Per mantenere alta l’attenzione e rinnovare la richiesta di libertà,  sabato 12 settembre a Cervia si leverà in volo un aquilone col volto di Patrick, disegnato dall’artista-attivista Gianluca Costantini. L’iniziativa, che si terrà alle 14.30 nell’ambito di “Sprint Kite”, sarà preceduta alle 11 da una conferenza sui diritti umani in Egitto: è promossa da Amnesty International Italia, Festival dei diritti umani e Articolo 21, in collaborazione con l’associazione Cervia Volante e col patrocinio dell’Università di Bologna e del Comune di Cervia