Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo

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Fonte : Pressenza.com

Autore Paolo D’Aprile

Lo sterminio deliberato di una comunità, un gruppo etnico, un popolo intero, per azione diretta od omissione di determinate azioni che potrebbero impedirlo, non fa più parte di una nefasta ipotesi, di un timore precoce determinato dalle parole proferite in comizi di piazza: lo sterminio genocida è la realtà che respiriamo ogni giorno. E adesso non più solamente attraverso le frasi mille volte usate durante la campagna elettorale come una promessa per risolvere i mali della nazione; ora quelle frasi sono divenute politica di governo, azione di Stato. L’autoritarismo fascistoide della nuova economia imposto da un mercato onnipresente, ci obbliga a leggere le statistiche e i numeri con la tipica indifferenza di chi ormai ha tutto si è abituato.

I mille morti al giorno… (in realtà 1200, 1300, 1400… ogni giorno, dai primi di maggio fino ad oggi) ormai sono una innocua nota a piè di pagina. E quando si fa menzione al termine “genocidio” non è certamente per banalizzare una parola che fa rabbrividire, ma per dire le cose come stanno veramente.

I documenti parlano chiaro: gli organi dello stesso ministero della salute, tre mesi fa avvisavano il nuovo ministro (il terzo dall’inizio della pandemia, un generale dell’esercito), sulla carenza delle sostanze necessarie alla fabbricazione dei medicinali fondamentali per il trattamento del Covid. E non solo: i documenti avvisavano la mancanza cronica di apparecchi e l’assenza di una logistica distributiva nel territorio nazionale di medicinali e materiali. I documenti arrivano alla stampa che incalza il ministro: “i responsabili della organizzazione sanitaria sono i singoli municipi e i singoli stati, non è il governo federale, né tanto meno il ministero della salute”.

I governatori di Stato implorano il governo affinché liberi quel settanta per cento di fondi destinati alla lotta contro il Covid, ancora immobilizzati nelle maglie burocratiche e che fino ad ora sono serviti per la compra e vendita dei voti parlamentari effettuata da Bolsonaro in modo da garantirsi l’appoggio del mondo politico alle sue azione governative. Niente. I governatori di Stato implorano, i sindaci implorano l’invio di fondi, apparecchi, medicine. Niente. Il ministro dice che non è compito suo. Arrangiatevi.

E così l’assenza di un piano generale, di un protocollo nazionale, di un comitato di crisi, l’insistenza a negare la pandemia, l’abbandono della popolazione alla propria sorte, si trasformano in azione/omissione con la finalità di sterminare fisicamente una popolazione indesiderabile. Se nelle periferie e nelle smisurate favelas urbane, tra la popolazione nera, il Covid ha una letalità tre volte maggiore, se questa popolazione che dipende esclusivamente dal servizio pubblico viene lasciata morire per la mancanza degli strumenti necessari alla cura, possiamo fare nostra la frase di Frei Betto: sì, in Brasile si sta consumando un genocidio.

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