Sindacati belgi, e internazionali: si allarga lo schieramento che chiede la liberazione di Lula e un percorso elettorale equo e trasparente

I sindacati belgi insieme al sindacato internazionale hanno chiesto l’immediato rilascio dal carcere dell’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. In una lettera consegnata all’ambasciatore brasiliano a Bruxelles, la CSC, la FGTB, la CIS e la Confederazione europea dei sindacati hanno dichiarato che la reclusione arbitraria di Lula è una minaccia per la democrazia. I sindacati di Asunción, Buenos Aires, Ginevra, Giacarta, Lima, Londra e Rabat si sono dati appuntamento ieri anche nelle ambasciate brasiliane, in seguito alle proteste di Madrid, Montevideo, Parigi, Roma e Washington, D.C.“Lula è stato giudicata colpevole da un tribunale di grado inferiore sulla base di nessuna prova, qualcosa che gli stessi giudici della bassa corte hanno ammesso. Lula è il politico più popolare del Brasile e la persecuzione giudiziaria ha lo scopo di impedirgli di diventare nuovamente presidente “, ha detto il segretario generale dell’ITUC Sharan Burrow.

Gli avvocati di Lula hanno portato il caso al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, sottolineando l’evidente pregiudizio di giudici e pubblici ministeri e chiedendo al Consiglio di riconoscere che “il tribunale regionale che lo ha riconosciuto colpevole, il giudice Sérgio Moro e il procuratore federale hanno ha violato i diritti di Lula alla privacy, il diritto a un processo equo, la libertà dall’arresto arbitrario, il diritto alla libertà di movimento e il diritto alla presunzione di innocenza fino a che non venga dichiarato colpevole”, si legge ancora nella nota.

Il movimento sindacale europeo si trova in assoluta solidarietà con i sindacalisti brasiliani e aiuterà in ogni modo possibile “la loro battaglia per difendere la democrazia e ripristinare lo stato di diritto”, ha affermato il segretario generale della CES Luca Visentini.

“Questa è l’ultima di una serie di gravi minacce alla democrazia in Brasile. Il movimento operaio belga sta con Lula per la lotta per il popolo brasiliano e la sua democrazia “, ha detto il presidente della CSC Marc Leemans.

“Siamo profondamente preoccupati dalla volontà delle forze conservatrici di mettere sotto accusa, con ogni mezzo, l’ex presidente Lula per essere candidato a un processo elettorale giusto e democratico”, ha affermato il segretario generale dell’FGTB, Robert Vertenueil.

Il Nord che cambia, un’inchiesta operaia fresca di stampa

Fonte: Sbilanciamoci

“Ma come fanno gli operai” è il titolo del libro di Loris Campetti risultato di una lunga inchiesta operaia nelle fabbriche e nei cantieri del Nord Italia. Ne esce una imprescindibile radiografia dei rapporti con i sindacati, la rappresentanza, gli immigrati.

Loris Campetti ci porta in giro per l’Italia del Nord a colloquio con venti o trenta dei suoi amici e delle sue amiche. Sono tutti operai, tanto che il titolo del viaggio è “Ma come fanno gli operai”. L’editore del libro, Manni, riassume così: “Precarietà, solitudine, sfruttamento/ Reportage da una classe fantasma”.

Loris ha di certo un’ invidiabile capacità di mettere a proprio agio le persone; le fa parlare, si confidano con lui, sono convinte che lui capisca i loro problemi e sappia spiegarli: dunque, da Torino al Varesotto, dalle valli di Brescia alla Bergamasca, dal Veneto al mare di Trieste impariamo a conoscere i lavori e la speranze della classe fantasma. Le persone che ci raccontano della loro vita sono per lo più inserite nella produzione metalmeccanica, tranne gli occhialai del bellunese che lavorano naturalmente al “miracolo” Luxottica oltre ai “ragazzi” della gig economy e la gente delle cooperative, dalle parti di Reggio Emilia.

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