Perché le proposte di Emma Bonino finirebbero per distruggere economia e diritti sociali

FONTE PRESSENZA.COM

La prima proposta, per ridurre addirittura di 22 punti percentuali il debito, è di bloccare “la spesa pubblica primaria nominale” al livello del 2017 per 5 anni.

Che cos’è la spesa pubblica primaria?
È la spesa pubblica al netto della spesa per interessi sul debito pubblico, cioè si tratta della spesa per far funzionare la macchina statale e distribuire servizi sociali e contributi alle famiglie. Che si tratti di spesa nominale vuol dire che non si considera l’aumento dovuto all’inflazione. In pratica, se blocco la mia spesa ai 100 euro del 2017, nel 2022 continuerò a spendere 100 euro, anche se con quella somma potrò comprare meno beni e servizi, perché nel frattempo il prezzo di acquisto è aumentato. È abbastanza semplice capire che, sebbene l’inflazione sia bassa, Bonino propone di diminuire l’importo reale della spesa, che già oggi è insufficiente a garantire adeguati servizi a tutti i cittadini, ad esempio nella sanità, nell’istruzione, nei trasporti, eccetera.
Ma c’è un’altra questione importante: la crescita del debito non dipende dalla spesa primaria.

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Ma come fanno gli operai

di Mauro Chiodarelli

 

Se vuoi ancora sentire parlare i lavoratori, operai e non, devi aspettare un libro Loris Campetti. Implacabile, ci ricorda che esistono che stanno sempre peggio e sono sempre più soli. Solitudine causata da un sistema politico ed anche sindacale, che non solo non li tutela o non è più in grado di farlo, ma che spesso “volutamente” non li vede o non li vuole vedere.

Nel suo nuovo libro, Ma come fanno gli operai (Manni editore), si intrecciano diverse storie, dalla Luxottica, alla Fincantieri, ai “pedalatori” di Foodora, alle coop reggiane miseramente fallite in mano ai “bocconiani”, ed altre ancora.

Non c’è lieto fine, non c’è all’orizzonte il sol dell’avvenire, ma il senso forte di una resistenza e di una lotta quotidiana individuale che vuole sopravvivere alla fine della lotta di classe. Attraverso le parole e le esperienze dei lavoratori, operai e non, vecchi e giovani, “tutelati” e “atipici” (ma chi lo avrà inventato questo termine idiota, come se la fatica avesse sfumature diverse) comprendi il perché di una disfatta frutto di anni di incapacità elaborazione e di ripensamento di strategie sia politiche che sindacali.

E se le elezioni di marzo saranno l’ennesima disfatta anche oltre il PD, anche di chi si dice collocato alla sua sinistra, grumi di ex intenti a pararsi il culo che sanno dare il meglio nella guerra per le candidature, o di rivoluzionari elettorali, senza rivoluzione e popolo al seguito, in quelle pagine puoi capirne il motivo. (Non me ne vogliate ma alla fine uno si stufa del niente che avanza)

Se ancora cercate un senso all’essere non di sinistra, che ormai ha assunto un significato negativo, ma all’essere comunisti o socialisti o semplicemente riformisti (nel senso alto indicatoci da Federico Caffè), non potete non leggerlo e perdervi l’occasione di discuterne direttamente con Loris.

Lo potrete incontrare a Bologna, il 23 febbraio al Centro Costa di Via Azzo Gardino, alle ore 18.30, in una serata organizzata dall’Associazione il manifesto in rete e dalla Fondazione Sabattini, a cui hanno assicurato la presenza Gianni Rinaldini e Michele Bulgarelli, Segretario provinciale Fiom.