Viale del Cazzaro

di Alessandra Daniele

Matteo Renzi è un modello obsoleto. Infatti non riceve più aggiornamenti.
Questa settimana s’è notato particolarmente nel suo logorroico e soporifero comizio a Piazza Pulita, l’ennesima anacronistica ripetizione del solito copione ormai completamente logoro, dalla litania sugli 80 euro panacea di tutti i mali, alla cazzata del milione di posti di lavoro che conta anche chi ha lavorato un’ora in un mese, alla rituale difesa della sua imbarazzante ministra-immagine, e della ripugnante controriforma anticostituzionale che portava il suo nome, alla mitizzazione di Obama, corresponsabile della carneficina siriana e libica.
Come Norma Desmond in “Viale del Tramonto”, Renzi continua a recitare un film che non ci sarà mai, per un pubblico che non c’è più.
Anche quando è in diretta sembra una replica vecchia di anni, persino più vecchia della sua stessa età.
Un fantasma smagnetizzato degli anni ’80, un Claudio Martelli in cromakey.
La cosa più patetica del suo vaniloquio di Piazza Pulita è stata la scusa accampata per il mancato ritiro della politica che aveva solennemente promesso: “M’hanno detto no, tu non hai diritto di decidere per i fatti tuoi di andare a fare i soldi in America, e lasciarci qui”.
Testuale.
Se Matteo Renzi provasse a fare i soldi in America, finirebbe in galera.
Non che gli americani siano più scafati o più legalitari, ma s’incazzano di più quando s’accorgono che qualcuno li vuole fregare.
E Renzi si farebbe scoprire subito anche lì.
Innanzitutto perché non parla inglese.
Lo simula. Come tutte le sue presunte competenze.
È un modello obsoleto. Quello che gli americani chiamano One-Trick Pony.
È evidente che non avesse un piano B in caso di sconfitta referendaria.
Da un anno non fa che girare a vuoto, cercando di rimontare in sella a un cavallo già morto.
Perché non sa fare altro.
È come quei robottini giocattolo che marciano fino alla fine del tavolo, cascano a faccia in giù sul pavimento, e continuano ad agitare a vuoto le gambe.
Non è solo per tigna e arroganza che Matteo Renzi è ancora, e resterà per sempre fermo al primo stadio dell’elaborazione del lutto, il Rifiuto.
Le fasi successive eccedono la sua programmazione.
E non riceve più aggiornamenti.