Chi ha paura dei referendum sul Jobs Act

 

di Luigi Mariucci [*]

Circolano vari tentativi di ridimensionare la portata e il significato dei referendum sul Jobs Act promossi dalla Cgil. In alcuni casi si ipotizzano modifiche della disciplina tali da consentire il superamento del quesito referendario. Così in materia di voucher. In questo caso non sarebbe da escludere la congruenza di una modifica legislativa che riportasse l’uso dei voucher alla fisionomia originaria, intesi come forma di compenso per prestazioni davvero occasionali e limitate a specifiche categorie (pensionati, studenti,disoccupati).

La questione dei licenziamenti invece è più spinosa, perché la liberalizzazione dei licenziamenti ingiustificati è stata il cavallo di battaglia del Jobs Act, in nome della paradossale idea secondo cui facilitare i licenziamenti servirebbe a incrementare l’occupazione. Qui si pone una alternativa secca: o si modifica in radice la disciplina del Jobs Act, fondata sulla (misera) monetizzazione dei licenziamenti ingiustificati, oppure non c’è modo di evitare il referendum.

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