In questa puntata: La salute richiede la pace. Come evitare un mondo climatico distopico…..

 

 

Connessioni 5

18 novembre 2023

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

 

In questa puntata della Rubrica vi offriamo documentazione su:

– Il diritto universale alla salute richiede la pace e rifiuta la guerra
– Per evitare un futuro climatico distopico, dobbiamo prima immaginare il mondo che vogliamo
– La violence environnementale de l’économie fossile
– Regione Emilia-Romagna. Proteggersi dai rischi, nel linguaggio dei segni.
– Convegno nazionale agricoltura 2023: Taranto, 26 ottobre 2023.

Il diritto universale alla salute richiede la pace e rifiuta la guerra
E’questo il titolo del documento promosso dalla AIE Associazione Italiana di Epidemiologia alla elaborazione del quale hanno partecipato venti società scientiche che fanno riferimento al campo della salute e della sanità. E’ un primo passo importante. Nel documento si afferma: ” In qualità di società scientifiche di area sanitaria, dati i nostri obblighi professionali incentrati sulla tutela e la promozione della salute, sentiamo urgente la necessità di esprimerci pubblicamente e congiuntamente a favore della pace e contro la guerra in tutte le aree del pianeta.


Gli scontri armati hanno continuato in questi anni a martoriare molti paesi: nel 2022 si è registrato il più alto numero di conflitti armati dalla fine della seconda guerra mondiale e ora, nel 2023, questa tendenza si conferma drammaticamente in un’ulteriore spirale di violenza che coinvolge non solo Ucraina e Medio Oriente, ma anche numerosi altri luoghi, in assenza di iniziative efficaci a favore di soluzioni diplomatiche e nonviolente.”
In connessione con le valutazioni espresse nel Documento delle Società scientifiche  riteniamo utile associare le riflessioni proposte dalla scrittrice Kwolanne Felix in un articolo apparso su Znetwork e ripreso da Diario Prevenzione: ” Per evitare un futuro climatico distopico, dobbiamo prima immaginare il mondo che vogliamo “ . Nell’articolo l’autrice afferma: ” Come attivista per il clima che lotta contro le politiche lente, le influenti compagnie petrolifere e l’apatia del pubblico, mi concentro principalmente nel fermare un futuro che non voglio. Temo un futuro in cui i combustibili fossili non verranno gradualmente eliminati in tempo, il che porterà alla distruzione ecologica e alla destabilizzazione della società a causa del cambiamento climatico.
Tuttavia, trovo che individuare il futuro che vogliamo sia spesso molto più difficile nel movimento per il clima. Immaginare questo futuro climatico pieno di speranza è una pratica essenziale perché aiuta a sostenere i nostri movimenti, informa la nostra difesa e ispira l’azione….” e più oltre ”
La narrazione che circonda il nostro clima e il futuro è prevalentemente distopica. Non cercare oltre un lungo elenco di film, spettacoli, opere d’arte e libri distopici ambientati in una terra desolata ecologica del prossimo futuro. Questi cliché mediatici sono popolari e vengono mostrati in successi al botteghino come Interstellar , Blade Runner e il film “The 100”. Molti di noi stanno sperimentando un assaggio di una terrificante distopia mentre assistiamo alla devastazione derivante dall’intensificarsi dei disastri naturali e dell’inquinamento. Molte persone credono che siamo già condannati . All’interno di questa mentalità, il movimento per il clima è sfidato a creare contronarrazioni a questa aspettativa di catastrofe.”
Questo investimento nella creazione di visioni di un futuro sostenibile non solo dà potere agli attivisti climatici; è anche per milioni di persone che spesso sono scoraggiate dall’impegnarsi nell’azione per il clima. La maggior parte delle persone crede che la crisi climatica sia un problema . Ma questa conoscenza può spesso tradursi in paura, disperazione e terrore . L’ansia climatica è ai massimi storici, soprattutto tra i giovani…..”

La costruzione della capacità di rappresentare un futuro di vita possibile con il governo da parte degli umani dei delicatissimi equilibri biologici, ambientali, economici e sociali è la grande mission di scienziati, artisti, attivisti per il cambiamento culturale, per contrastare l’ansia e la disperazione di moltitudini di ragazze e ragazzi cui viene rappresentato ogni giorno per loro un non futuro con orizzonte catastrofico.

La pace come premessa per la costruzione di una contronarrazione che ridia speranza e faccia superare la paralisi derivante dall’aspettativa della catatstrofe è l’obiettivo immediato per quanti credono ancora che un “altro mondo vivibile e vitale per gli umani sia possibile “

Concludo questa puntata di Connessioni con due notizie che danno speranza. La prima : ” Regione Emilia-Romagna. Proteggersi dai rischi, nel linguaggio dei segni. La nuova collana di video prodotti in collaborazione con ENS Emilia-Romagna” Cosa fare in caso di terremoto, alluvione, incendi di bosco, e una guida al portale Allertameteo ER, ora accessibili a tutti

La seconda: Convegno nazionale agricoltura 2023: Taranto, 26 ottobre 2023. Nella pagina sono disponibili le presentazioni delle relazioni. Un lavoro importante e utile.

Letture utili

ENERGIA: UNA GIUSTA MISURA PER LA SOPRAVVIVENZA SUL PIANETA.di Mario Agostinelli

La violence environnementale de l’économie fossile

***
a cura di Gino Rubini
…../ alla prossima /….

I Paradise Papers sono molto più rivelatori di quanto si pensi

FONTE PRESSENZA.COM

07.11.2017 DiEM25

Quest’articolo è disponibile anche in: Inglese

I Paradise Papers sono molto più rivelatori di quanto si pensi

Ormai nessuno resta più sorpreso dalle rivelazioni sul modo in cui le persone più ricche del mondo nascondono i loro soldi nei paradisi fiscali. Nel 2016 abbiamo visto i Panama Papers e ora ecco una nuova fuga di notizie: i Paradise Papers, che coinvolgono la Regina d’Inghilterra, il Presidente americano Donald Trump, lo Stato russo, multinazionali e personaggi famosi, mostrando anche i legami tra di loro.

Il vero scandalo, come disse Glenn Greenwald quando scoppiò il caso dei Panama Papers, è che tutte queste azioni sono legali. Non restiamo sorpresi perché conosciamo benissimo la mancanza di trasparenza dei potenti, dei ricchi e dei governi. Questa è una conseguenza diretta delle nostre democrazie sbiadite o assenti: la gente ha un potere elettorale limitato, soprattutto nell’Unione Europea.

Le rivelazioni di Snowden e i Panama e Paradise Papers ci mostrano quello contro cui ci troviamo a lottare. Mantenere scappatoie legali per questi paradisi fiscali non è solo immorale, ma offre anche un vantaggio economico a chi nasconde il suo denaro. I paradisi fiscali sono l’ennesimo esempio di un’Europa che mantiene lo status e distoglie lo sguardo mentre allo stesso permette alle élite di continuare con il loro comportamento rapace.

L’Unione Europea deve dare l’esempio ed eliminare i paradisi fiscali nei suoi territori periferici. Tutte le possibilità devono essere considerate: confisca dei beni, divieti di élite viaggio e controllo dei capitali.

I responsabili politici però non lo faranno di loro iniziativa – dobbiamo spingerli e organizzarci per rendere l’alternativa una realtà. Come DiEM25, lottiamo per un’Unione Europea giusta e democratizzata. Vogliamo coinvolgerti e sentire le tue idee, così che i prossimi Paradise Papers ci trovino più uniti!

Aris Telonis è un membro e un volontario del movimento DiEM25.