Colpi di Stato permanenti di Quentin Hardy

Fonte Terrestres 

Abbiamo tratto questo articolo dalla Rivista Terrestres: riteniamo che le riflessioni contenute nell’articolo ci riguardino …..editor ( traduzione automatica google )

 

Cosa ci sta succedendo politicamente? Soffia un brutto vento e giorni felici non tornano. All’orizzonte, le promesse di autogoverno, di miglioramento della vita quotidiana, di emancipazione dal dominio, di godimento del presente svaniscono nella nebbia. Dopo il tempo dell’indignazione, della rabbia, ecco quello della paura. Ma inevitabilmente tornerà il tempo della rabbia politica.

 

 

Tre eventi significativi si sono verificati recentemente in tre paesi dell’Europa orientale. La Polonia ha votato con urgenza una legge che punisce l’occupazione delle università con 3 anni e una multa di 5.000 euro, attaccando duramente le libertà accademiche. Il potere della polizia in Bielorussia reprime ferocemente una rivolta estremamente popolare nel Paese: in quattro mesi, 24 feriti, 5 mani strappate e 2.500 feriti. In Ucraina, un doppio attacco islamista ha scosso profondamente il Paese; lo shock nell’opinione pubblica è stato seguito da un’offensiva senza precedenti dei media e del governo che ha aperto la strada a misure fasciste. In questi tre paesi, tre decenni di neoliberismo hanno amplificato le disuguaglianze e brutalizzato la società.

Dove sta andando questa parte del continente, a forza di approfondimenti autoritari e misure eccezionali? La valanga di leggi liberticide, le coperture date alla polizia e la circolazione accelerata dei discorsi marziali producono una nuova normalità politica. Come qualificare questo stato sociale e questo regime di esistenza che non sappiamo ancora nominare, se non con quello del liberalismo autoritario1 – un termine che a sua volta può sembrare impotente per spiegare la specificità dell’attuale sequenza politica? L’osservatore onesto deve ammettere questa prova: con questo nuovo irrigidimento, questi paesi si stanno allontanando ulteriormente dallo stato di diritto nell’Europa occidentale e stanno senza dubbio sprofondando nelle società pre-fasciste.

In realtà, queste tre situazioni sono concentrate all’interno di un altro Paese, in forma esagonale e con il motto repubblicano libertà-uguaglianza-fraternità. I fatti riportati si sono verificati tutti nel prossimo passato sul nostro suolo repubblicano2 .

Abbiamo saputo da Montesquieu e dalle sue Lettere persiane (1721) che ciò che più fuorvia il nostro giudizio politico è la falsa familiarità con la nostra condizione e l’abitudine che indebolisce tutto. Interpretando un viaggiatore straniero a Parigi per descrivere la società francese nel XVIII secolo, il filosofo offre uno sguardo distante che porta verità politiche. Rendendo l’ordinario esotico, riuscì a un sottile attacco al sistema monarchico denunciando in particolare la concentrazione dei tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) nella persona del re.

VIVERE SOTTO IL TRIPLO DOMINIO

Trecento anni dopo, il regime politico è cambiato così come le principali istituzioni. Ma, sotto il nostro cielo repubblicano, le nostre esistenze rimangono poste sotto una triplice dipendenza macro-strutturale: potere della polizia di stato, potere tecnologico-digitale, potere del capitale.

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Fatti non foste a viver come bruti: la resistenza culturale di Sarajevo

 

 

 

La traduzione italiana del libro Sopravvivere a Sarajevo è finalmente acquistabile. Il 18 Ottobre la pubblicazione è stata presentata alla libreria Arcadia di Rovereto da Nicole Corritore e Marco Abram di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), e da Matteo Pioppi della casa editrice Bébert.

Questo libro raccoglie le testimonianze degli abitanti assediati di Sarajevo, dall’Aprile del 1992 per i successivi quattro anni. Si tratta di una collezione di idee originali per rispondere a bisogni primari, come mangiare e lavare i panni, fino alla realizzazione di concerti, installazioni artistiche e spettacoli teatrali, dando vita ad una vera e propria forma di resistenza culturale. Durante l’assedio, ad esempio, il Festival del Cinema di Sarajevo contò più di 20.000 visitatori, che uscivano di casa sotto le granate per raggiungere le sale cinematografiche.

“La guerra ha causato la morte di circa 11.500 persone a Sarajevo, tra cui più di 1.000 bambini. Nel libro si racconta quel che di “altro” è accaduto in questi anni in città” spiega Nicole Corritore, giornalista di OBCT. “In quegli anni, l’esercizio della creatività è stato estremamente importante”. “Importante quanto il pane, le medicine e l’acquaspiega Suada Kapić, autrice e curatrice di Sopravvivere a Sarajevo, nell’introduzione al libro. La Kapić è parte del collettivo di artisti bosniaci FAMA Collection, che nel 1994 divenne noto per aver realizzato la “Sarajevo Survival Guide”, una guida turistica per chi visitasse la città durante l’assedio, contenente informazioni al limite dell’assurdo, quali il costo di un taxi in centro dovendo correre sotto il tiro dei cecchini. Il materiale raccolto dal collettivo- foto, interviste audio, e molto altro- è stato riordinato nel 2012 in un museo virtuale visitabile online ed ora si concretizza in questo libro. “Sopravvivere a Sarajevo. Condizioni urbane estreme e resilienza: testimonianze di cittadini nella Sarajevo assediata (1992-1995)” è dunque l’ultimo anello di un percorso di raccolta di testimonianze lungo vent’anni.

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Sicurezza Accessibile. La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico. Cos’è la normalità tra intelligence e terrorismo?  Tavola rotonda a Roma, mercoledì 25 ottobre 2017

 
 
SicurezzAccessibile  –  La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico. Cos’è la normalità tra intelligence e terrorismo? È il titolo della tavola rotonda a cura di Giorgio Sclip che si terrà mercoledì 25 ottobre 2017 alle ore 16.00, presso la Sede della Regione Friuli Venezia Giulia, in Piazza Colonna n. 355 a Roma.
 
L’evento, che si inserisce nelle iniziative che l’Università degli Studi di Trieste attua in occasione della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, prenderà spunto dal libro La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico.
 
Il volume presenta una questione non ancora adeguatamente analizzata, proponendo una connessione tra conoscenze e strategie già in possesso e abitualmente utilizzate da varie e diverse organizzazioni, ognuna delle quali ha proprie esperienze e punti vista. Questo con la consapevolezza che la condivisione può risultare estremamente utile e importante per contribuire a costruire una cultura, anche in questo particolare ambito.
 
 L’intento del volume è quello di fornire una metodica riflessione che, a partire dalle esperienze, possa fornire un quadro di riferimento costituito da regole e normative, un’utile base di riferimento per chi, per lavoro o studio, debba recarsi per lavoro in zone a rischio geopolitico. 
 
Programma:
 
Introduce e modera
 
Giorgio Sclip, curatore della collana “SicurezzAccessibile”, membro del network nazionale del focal Point Italia dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – Università degli Studi di Trieste
 
ore 16.10 Maria Pia Turinetti Di Priero, Direttore Generale Università degli Studi di Trieste
Università, internazionalizzazione e sicurezza
 
ore 16.30 Stefano Polli, Vice Direttore ANSA
Lavorare in aree a rischio geopolitico: buone prassi per un comportamento sicuro
 
ore 16.50 Maria Chiara Carrozza, On.le Camera dei Deputati
Il rapporto fra scienza e politica e il suo impatto sulla ricerca
 
 
L’ingresso è libero fino al raggiungimento della capienza massima dell’aula. A richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
 
Per approfondimenti, il volume è disponibile online all’indirizzo
 
Contatti:
Giorgio Sclip, tel. 0405587794
giorgio.sclip@amm.units.it