I Paradise Papers sono molto più rivelatori di quanto si pensi

FONTE PRESSENZA.COM

07.11.2017 DiEM25

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I Paradise Papers sono molto più rivelatori di quanto si pensi

Ormai nessuno resta più sorpreso dalle rivelazioni sul modo in cui le persone più ricche del mondo nascondono i loro soldi nei paradisi fiscali. Nel 2016 abbiamo visto i Panama Papers e ora ecco una nuova fuga di notizie: i Paradise Papers, che coinvolgono la Regina d’Inghilterra, il Presidente americano Donald Trump, lo Stato russo, multinazionali e personaggi famosi, mostrando anche i legami tra di loro.

Il vero scandalo, come disse Glenn Greenwald quando scoppiò il caso dei Panama Papers, è che tutte queste azioni sono legali. Non restiamo sorpresi perché conosciamo benissimo la mancanza di trasparenza dei potenti, dei ricchi e dei governi. Questa è una conseguenza diretta delle nostre democrazie sbiadite o assenti: la gente ha un potere elettorale limitato, soprattutto nell’Unione Europea.

Le rivelazioni di Snowden e i Panama e Paradise Papers ci mostrano quello contro cui ci troviamo a lottare. Mantenere scappatoie legali per questi paradisi fiscali non è solo immorale, ma offre anche un vantaggio economico a chi nasconde il suo denaro. I paradisi fiscali sono l’ennesimo esempio di un’Europa che mantiene lo status e distoglie lo sguardo mentre allo stesso permette alle élite di continuare con il loro comportamento rapace.

L’Unione Europea deve dare l’esempio ed eliminare i paradisi fiscali nei suoi territori periferici. Tutte le possibilità devono essere considerate: confisca dei beni, divieti di élite viaggio e controllo dei capitali.

I responsabili politici però non lo faranno di loro iniziativa – dobbiamo spingerli e organizzarci per rendere l’alternativa una realtà. Come DiEM25, lottiamo per un’Unione Europea giusta e democratizzata. Vogliamo coinvolgerti e sentire le tue idee, così che i prossimi Paradise Papers ci trovino più uniti!

Aris Telonis è un membro e un volontario del movimento DiEM25.

Malta Files nell’isola del tesoro, i segreti svelati da Daphne

FONTE  : IL BLOG REMOCONTRO CHE RINGRAZIAMO

Quando di giornalismo si muore: Daphne e i MaltaFiles.
Lo scoop di Daphne Caruana Galizia sui legami tra il premier maltese e il regime azero. E prima ancora i segreti bancari dell’isola, paradiso fiscale per molti italiani e conti di mafia. Ieri la giornalista maltese è stata uccisa con un’autobomba. Aveva recentemente scoperto che una società della moglie del primo ministro dell’isola riceveva soldi dagli azeri con cui il governo aveva firmato importanti accordi energetici

Quando di giornalismo si muore

Era la più famosa giornalista investigativa maltese, scrive l’Espresso, che con la collega aveva collaborato più volte. Daphne Caruana Galizia, 53 anni, bruciata viva all’interno della sua auto a Bidnija, il villaggio dove la giornalista abitava insieme alla famiglia. Sei mesi fa aveva rivelato uno scandalo di petrolio e tangenti pagate dal regime dell’Azerbaijan ai vertici del governo maltese, coinvolgendo la moglie del premier Josep Muscat. Recentemente aveva anche raccontato come l’isola del Mediterraneo si sia trasformata in uno dei luoghi prediletti per il traffico internazionale di droga, facendo nomi e cognomi dei presunti protagonisti del business, primo fra tutti quello di Antoine Azzopardi.

La cronista era diventata famosa per gli articoli pubblicati sul suo blog, Running Commentary, l’aprile scorso. Galizia aveva svelato che la Egrant Inc, una società registrata a Panama apparteneva a Michelle Muscat, la moglie del primo ministro. Non solo. La giornalista aveva anche pubblicato documenti su consistenti bonifici, il maggiore di oltre 1 milione di dollari, da parte della Al Sahra FZCO, una offshore registrata a Dubai e appartenente a Leyla Aliyeva, figlia del dittatore dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Insomma Galizia aveva rivelato – con tanto di documenti pubblicati online – che la moglie del premier aveva ricevuto milioni di euro dal regime azero. Il quale negli ultimi anni ha firmato parecchi accordi in campo energetico con il governo laburista de La Valletta.

Galizia lavorava da anni sul tema della corruzione. Aveva tra l’altro fatto parte del consorzio investigativo Icij, di cui è membro anche L’Espresso, rivelando l’esistenza di alcune società offshore appartenenti ad altri personaggi famosi maltesi. All’inchiesta internazionale Panama Papers la giornalista aveva infatti contribuito svelando come due politici locali – Konrad Mizzi, all’epoca ministro dell’Energia, e Keith Schembri, capo di gabinetto del premier Muscat – fossero proprietari di scatole finanziarie basate in paradisi fiscali. Il suo ultimo pezzo è stato pubblicato sul Running Commentary poche ore prima della morte. Un commento, più che un articolo, a proposito del processo per corruzione contro l’ex ministro dell’Energia Schembri.

L’ARTICOLO CONTINUA ALLA FONTE  : IL BLOG REMO CONTRO