Lettera aperta a Tito Boeri Presidente INPS sui pensionati residenti all’estero da Franco Di Giangirolamo….

 

Eg. Presidente Boeri,
leggo dalla Agenzia di Stampa Estera dell´incontro da lei tenuto con il Comitato Italiani nel mondo e Sistema Paese della Camera che il suo principale interesse, invece che per le annose problematiche che dovrebbero essere risolte dall´INPS, e´rivolto ai pensionati residenti all´estero, che godrebbero, a suo parere, di privilegi ingiustificati.
Gia´da tempo e con cadenza piuttosto regolare, lei conduce una campagna (non saprei come chiamarla diversamente) patriottico-giustizialista contro i pensionati che emigrano all´estero, forse per sostenere la sua idea di ricalcolo di tutte le pensioni su base contributiva, visto che i due argomenti sono sempre, strumentalmente e argutamente, appaiati.
Campagna che, lei lo sa e per questo motivo la conduce, ha facile presa su una opinione pubblica abituata ormai a vedere il nemico e il privilegiato nel proprio simile, sia esso profugo, lavoratore, pensionato e via discorrendo.
A tale proposito le invio, in allegato, una nota, dedicata alla mia rete relazionale, nella quale esterno la mia opinione.
Le scrivo perche´sono una delle incolpevoli vittime di questa campagna dissennata.
Sono un pensionato INPS trasferitosi per ricongiungimento familiare a Berlin, PAGO LE TASSE IN ITALIA (con trattenuta alla fonte dell´ente che lei presiede), posseggo un solo appartamento in Cento (FE), peraltro gravato ancora da mutuo ipotecario, dove risiedono ancora due dei miei quattro figli. Come lei sa, la L. 80/2014, all´ Art. 9 bis prevede che l´unico appartamento posseduto da pensionati italiani emigrati, sia classificato come seconda casa, facendo scattare immediatamente
– l´IMU seconda casa dovuta al comune
– l´impossibilita´di esentare dalla denuncia IRPEF gli interessi sul mutuo ipotecario
– l´impossibilita´di ottenere in sede fiscale i benefici per le ristrutturazioni dell´alloggio.
Questa assurda penalizzazione dei pensionati emigrati e´stata formulata dal Parlamento non solo sotto l´egida di valutazioni superficiali (con con l´allegato cerco di smontare) ma con tale rigidita´ e cinismo che si sono colpiti non solo i pochi che lei definirebbe antipatriottici approfittatori, ma anche tutti coloro che continuano ad essere fiscalmente fedeli alla patria.
Infatti, posto il quesito sulla ratio del provvedimento, dal Ministero delle Finanze fino alla amministrazione comunale di Cento, nessuno degli uffici e delle istituzioni competenti e´stato in grado di darmene ragione e hanno sostenuto che sono vittima di una ingiustizia, ma che lex, dura lex, sed lex.
Mi risulta, dall´unico parlamentare che ha avuto la gentilezza di rispondermi, che gli stessi che hanno votato la L. 80/2014 hanno ritenuto di dover avanzare una proposta di legge (n. 3619 del 18.2.2016) per modificare, seppure in modo non del tutto soddisfacente, l´Art. 9 bis, che non si sa quando verra´preso in considerazione.
Tutto cio´, mentre un pensionato che percepisce la pensione estera, indipendentemente dal patrimonio e dal reddito di cui dispone, viene esonerato dall´IMU.
Tre iniquita´in una sola legge:
– trattare tutti i pensionati emigrati allo stesso modo, indipendentemente dalle loro condizioni economiche
– trattare tutti i pensionati italiani emigrati come altrettanti furfanti
– trattare chi paga le tasse in Italia come chi non le paga, siano essi approfittatori o pensionati con pensione estera.
Sarebbe un capolavoro di stupidita´se non fosse che io credo poco al caso e molto meno alla neutralita´dell´ignoranza, mentre credo molto all´uso strumentale di questa normativa.
L´imbarazzo di gran parte delle istituzioni (a partire dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera e del Senato), di fronte al mio quesito e´comprensibile, visto che dovrebbero difendere l´indifendibile, e rafforza la mia convinzione.
Per questa ragione mi interessa la sua opinione sui casi analoghi al mio che, emigrando, si sono sottoposti non solo ad una perdita di diritti notevole, ma a disagi, problemi e difficolta´ che chi non e´stato costretto all´emigrazione probabilmente ignora.
A proposito della sua battaglia contro la „revisione“ del principio di esportabilita´delle prestazioni non contributive, che non e´un problema ragionieristico, come lei ben sa, pur ponendolo come tale per motivi strumentali, la informo che, pur pagando le tasse in Italia, il sottoscritto mantiene solo il diritto ai servizi sanitari, mentre perde tutti i diritti socio assistenziali legati alla residenza. Altro che revisione del principio di esportabilita´!!!
Come sa meglio di me, questo e´un problema di carattere europeo, che non si puo´discutere come lei sta facendo, ma con tutte le sue complessita´, anche per evitare che la lotta contro il „turismo sociale“ si trasformi in barriere elevate per l´accesso ai diritti, che danneggiano, come sempre, i piu´ deboli.


Mi auguro che i parlamentari, le organizzazioni sindacali confederali, gli organismi di rappresentanza degli emigrati e il Ministero del Bilancio e delle Finanze diano la giusta dimensione alle sue opinioni, ne ascoltino anche altre e contrastino questa nefasta campagna di propaganda che non fara´diventare lei il salvatore della patria, non credo risanera´il bilancio dell´INPS e certamente danneggera´ le relazioni sociali indirizzando verso falsi capri espiatori il malessere sociale.. Il suo potere e´certamente asimmetrico rispetto a molti interlocutori, vista la montagna di miliardi che deve amministrare, ma la democrazia, purtroppo per lei, e´fatta non solo di pesi ma anche di contrappesi.
Se posso darle un consiglio niente affatto spassionato ma un poco presuntuoso , del quale le chiedo venia, dedichi una parte del suo potere a riorganizzare l´ente che presiede, che tutti sentiamo come una priorita´.. Per esempio, dia il suo contributo a separare l´assistenza dalla previdenza, obiettivo di cui sento parlare da quando avevo i calzoni alla zuava. Il suo nome sarebbe consegnato all´Albo d´oro nella storia dei presidenti INPS e pur essendo una battaglia stracolma di insidie, troverebbe molti alleati, soprattutto nelle Organizzazioni Sindacali Confederali, che, pur con dei limiti, non difettano di responsabilita´ nazionale ma, semmai, ne hanno dimostrata fin troppa.
Grazie per l´attenzione e buon lavoro!!!!
Franco Di Giangirolamo  

Berlino,

 

 

 

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