Modena, la Camera Penale vuole mettere sotto osservazione il lavoro dei giornalisti. Fnsi e Odg: «Iniziativa inquietante»

 

«Apprendiamo con grande sconcerto e preoccupazione dell’intenzione di istituire un osservatorio per monitorare l’attività dei media locali. E non è la prima volta che sindacato e Ordine sono costretti a occuparsi di intimidazioni, esplicite o velate, fatte a chi si occupa di informare i cittadini sul processo ‘Aemilia’», commentano i vertici regionali e nazionali degli enti di categoria.
 

«Apprendiamo con grande sconcerto e preoccupazione dell’iniziativa intrapresa dalla Camera Penale di Modena di istituire un osservatorio per monitorare l’attività dei media locali sui temi di cronaca e politica giudiziaria sostenendo che l’analogo Osservatorio nazionale dell’Unione delle Camere Penali, dopo un’approfondita indagine, è giunto alla conclusione che spesso l’informazione ‘diventa strumento dell’accusa per ottenere consensi e così inevitabilmente condizionare l’opinione pubblica e di conseguenza il giudicante’». Lo affermano, in una nota congiunta, la presidente dell’Aser, Serena Bersani, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Giovanni Rossi e il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna.«La Camera Penale di Modena – spiegano – fa esplicitamente riferimento al processo ‘Aemilia’, in corso da oltre un anno a Reggio Emilia, che per la prima volta ha alzato il velo sulle infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna, per decenni sottovalutate. E lo fa proprio in concomitanza con un’udienza dello stesso processo in cui un pentito ha rivelato che, tra i progetti degli ‘ndranghetisti in Emilia, c’era anche quello di uccidere un giornalista scomodo. Notizia che pare non aver toccato in maniera altrettanto significativa la sensibilità degli avvocati».

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Facciamo fuori i poveri, ma senza darlo a vedere…

Mio dio, quanti poveri… Non se ne potrebbero eliminare un bel po’? Fa veramente impressione vederseli tra i piedi dalla mattina alla sera… Castriamoli, dài, così ne nascono di meno…”

Non è una battuta letteraria, non è una citazione del Dickens che descrive un aristocratico del primo Ottocento, ma il pensiero attuale di un giovanissimo e rampantissimo deputato inglese. Non un deputato qualsiasi, oltretutto, ma nientemeno che il vicepresidente del partito Tory, appena nominato da Theresa May come reposnsabile del dipartimento giovanile con l’obiettivo di riconquistare le fasce più “fresche” dell’elettorato, ormai conquistate dall’anziano progressista Jeremy Corbyn.

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