Jobs Act: Rivoluzione copernicana o formidabile bomba di stupidità che distruggerà definitivamente il tessuto industriale italiano?

La capacità del Presidente del Consiglio di formulare slogan per il rapido consumo nei media è fuori discussione. Ci vuole poca fantasia e molta impudenza per scomodare l’astronomo polacco Nicolaus Copernicus che riuscì a confermare con calcoli matematici raffinati la teoria eliocentrica per validare la cosìdetta riforma delle regole del mercato del lavoro in Italia denominata, forse per provinciale pudore, Jobs Act.

Cosa c’entri la demolizione  delle regole del diritto del lavoro con Nicolaus Copernicus non è dato sapere. In ogni caso Copernico era un signore riservato  molto attento a non assumere atteggiamenti rivoluzionari, né con la sua condotta di vita, né nelle sue opere. Da buon umanista, ricercò nei testi dei filosofi antichi un nuovo metodo di calcolo per risolvere le incertezze degli astronomi. Copernico non era un uomo di potere ma uno studioso a volte molto spaventato rispetto alla possibilità di subire persecuzioni dalla Chiesa di Roma .

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Prima dell’art.18

di Alexik

Morte di Maria MargottiSe ci trovavano con un volantino della Cgil venivamo licenziati in tronco. Quando entravamo in fabbrica ci perquisivano le borse, per vedere se avessimo materiale politico. E se ci beccavano a parlare di questioni sindacali prima ci sospendevano, o ci demansionavano a tempo indeterminato. Poi poteva arrivare la perdita del lavoro” (Ernesto Cevenini, licenziato per rappresaglia alla Maccaferri di Bologna).

Dal 1947 al 1966 nelle fabbriche italiane si contarono più di 500.000 licenziamenti, di cui circa 35.000 per rappresaglia politica e sindacale contro ex partigiani, attivisti di reparto, membri delle commissioni interne. Era questo il modo in cui gli industriali dimostravano la propria riconoscenza verso coloro che, pochi anni prima, gli avevano salvato le fabbriche, impedendo il trasferimento dei macchinari in Germania, ricostruendo mattone su mattone i capannoni bombardati.

Nel corso degli anni ’50 e ’60 centinaia di migliaia di operai scesero in piazza a fianco dei licenziati, lasciando compagni morti sul terreno o chiusi nelle galere. Fu il prezzo da pagare per ottenere nel 1966 la prima legge contro i licenziamenti senza giusta causa.

Bologna con la sua provincia subì 8.550 licenziamenti per rappresaglia dal 1947 al 1966, di cui 3800 lavoratori metalmeccanici, 1000 tessili, 900 nell’abbigliamento, 1.500 nell’alimentare, 600 nel chimico, 500 nel comparto legno e 250 nel pubblico impiego. Si trattò di ritorsioni contro singoli militanti o gruppi politicizzati, ma in vari casi anche dell’espulsione dell’intero corpo operaio delle fabbriche ritenute troppo conflittuali: punizioni individuali o collettive per le lotte contro il cottimo, per il salario e il contratto, per la sicurezza, per gli asili nido, per la libertà di riunione e di parola.

Veniva punita la solidarietà di classe (che all’epoca si esprimeva in dimensioni vastissime) e soprattutto la politicità operaia, la capacità di andare oltre i confini della propria vertenza e di praticare obiettivi di ordine generale.

segue su fonte Carmilla

Draghetti, addio amaro: «Quanta follia» Il 31 dicembre la Provincia chiude i battenti L’ultima presidente: «Lavoratori come figurine»

Dal CORRIERE BOLOGNA

Draghetti, addio amaro: «Quanta follia»
Il 31 dicembre la Provincia chiude i battenti
L’ultima presidente: «Lavoratori come figurine»

In questi giorni i lavoratori della Provincia che, per usare un eufemismo, non hanno certezza del loro futuro stanno protestando. Che idea si è fatta di questa situazione?
«Quello che sta succedendo è terribile. C’è stata una totale mancanza di rispetto per le persone nella loro dimensione di lavoratore, i dipendenti sono stati trattati come figure Panini che possono essere scartate quando c’è un doppione. Ora serve una moratoria rispetto alla follia».

L’INTERVISTA DEL CORRIERE BOLOGNA ALLA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DRAGHETTI

 

Il dramma surreale degli ‘esuberanti’ dipendenti provinciali.

Il dramma surreale degli ‘esuberanti’ dipendenti provinciali di Fausto Anderlini ( da facebook )

Invertendo la consuetudine per la quale i crocchi operai delle fabbriche in crisi erano dirottati sotto Palazzo Malvezzi questa volta sono i dipendenti provinciali che si sono recati a Palazzo D’Accursio. In un triste venerdì prenatalizio in gran numero si sono assiepati sullo scalone che conduce al piano nobile. Il cui caratteristico pavimento dicono fosse così concepito per far transitare i cavalli. Sicchè le foto ce li restituiscono, questi lavoratori che la legge di stabilità del governo Renzi-Berlusconi-Napolitano considera come ‘esuberi’, come una torma recalcitrante e stranita di bestie a fine corsa. Animali destinati al macello che si mettono in posa. Srotolano gli striscioni con le loro pregevoli quanto patetiche realizzazioni, scuole, strade ecc. La vicenda delle Province è una classica situazione dove si mescolano l’improvvida sciatteria di un branco irresponsabile di pseudoriformatori e una volontà lucida e dichiarata. Perfettamente luciferina. Forse dandosi la mano l’una con l’altra.
Durante il prolungato decorso della legge Del Rio, lo statista di Reggio Emilia, nulla è stato apprestato per implementare la trasformazione con un minimo di razionalità. Gli enti sono stati abbandonati alla deriva rinviando agli improvvisati neo-consigli di amministratori comunali auto-eletti l’onere di provvedere come per incanto a un ‘nuovo inizio’. Ancora più colpevole la situazione delle ‘città metropolitane’ che almeno sulla carta avrebbero dovuto godere di una qualche spinta propositiva. A Bologna il Sindaco futuro Presidente metropolitano ha impegnato il suo tempo per dileggiare il morituro e la sua classe politica caduta in disgrazia, con la Presidente in testa. Puro marranismo. Avendone in cambio uno sdegnato non collaborazionismo. Il gruppo dirigente del Pd era nel frattempo occupato a brigare per la propria collocazione. Pur stante la mediocrità della ‘riforma’, nessuno s’è impegnato, come avveniva in altri tempi, a mettere a punto un piano di fattibilità che ne reinterpretasse i farraginosi contenuti. Tutto ciò che è stato elaborato è un documento cartaceo paradossale, gratuitamente consegnato dal genio frusto ma creativo del Prof. Vandelli che la conventicola chiama col nome di Statuto Quando i provinciali in disgrazia hanno occupato il consiglio metropolitano il Sindaco s’è commosso per solidarietà e ha invocato la buona fede progressista del governo Renzi. Poi i consiglieri metropolitani hanno preso posto sui banchi assieme ai dipendenti loro affidati e si son messi a discutere dello statuto. Col Vandelli. Una situazione surreale che neanche nei film di Bunuel…. Si oensi che prima di recarsi in massa sulle scale di Palazzo D’Accursio gli stessi dipendenti han brindato presso la sala rossa assieme al loro comandante Schettino, cioì il Direttore Generale che ha pensato bene d’andare in pensione appena intuita la mala parata. Nessuno responsabile di alcunchè in questo mondo del cazzo. Niente partito, che è nelle manoi degli arrampicatori di cariche, istituzioni allo sbando con una classe politica ormai rimbecillita. Il Bonacini appena intronato è da un mese ormai che si occupa di sanità e di equilibri di giunta coinvolgenti i territori e le diverse anime dorotee del Pd. Il quale, tutto intero, ha subito un infarto ma prosegue come se niente fosse. Come i funzionari dell’impero ottomano spersi nelle isole dell’Egeo che mandavano rapporti a un imperatore decaduto da dieci anni. Ma non c’è solo sciatteria. Magari fosse solo questa. C’è scienza e coscienza. Le province sono state usate (coram populo) come l’anello debole della catena per condurre un esperimento di decostituzionalizzazione politica per decretazione, deforestazione traumatica dello Stato decentrato (nel quale è incorporata larga parte del welfare) e, dulcis in fundo, di abbattimento del tabu del pubblico impiego. Ovvero della non licenziabilità per via ordinaria. Monetà molto popolare nella meschinità generale prodotta dalla crisi. Non esistono più diritti acquisiti. Tutto è revocabile. Come l’articolo diciotto. I vincitori dei concorsi già sono in agitazione per evitare d’essere messi in stand bay dagli ‘esuberati’. E’ la guerra fra i poveri, nella quale sguazzano le vere élites finanziarie e patrimoniali. Il Pd segue la sua ‘tera via’, e tratta la sua vecchia base sociale – operai sindacalizzati e operatori istituzionali- come la Tatcher trattò i minatori inglesi. Con la sicumera dell’ultimo arrivato sta cercando un’altra base sociale, dopo aver buttato a mare la propria. Novità che però è un’araba fenicia, perchè è una balla che lo stritolamento dei cd. ‘garantiti’ aprirà la strada ai precari, ai meritevoli abbandonati e alla nuova classe media in ascesa (è persino comico evocarla, quest’ultima). L’esito di questa crisi sociale sarà una drammatica fascistizzazione di massa. Come già sta avvenendo in molte parti d’Europa. A meno che non si alzi per tempo una forza di sinistra che getti alle ortiche questo sciagurato PdR ed eviti che il paese sia fagocitato da una qualche ‘Alba dorata’ a far luce su un oscuro tramonto.

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 19 dicembre 2014 – puntata n° 23

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 19 dicembre 2014 – puntata n° 23

In questa puntata:

– Scenari salute e sicurezza del lavoro in Italia e in Europa. Note e commenti rispetto al Seminario internazionale promosso da Ministero del Lavoro e Inail in occasione della conclusione della Presidenza italiana del Consiglio dei Ministri della UE il 4 e 5 dicembre a Roma.

– Il punto di vista dei sindacati europei: l’urgenza di rivitalizzare la politica comunitaria in materia di salute e sicurezza sul lavoro

– Bruxelles, la crociata contro la burocrazia. Attenzione!

– La medicina del lavoro in Europa tra crisi e crescente dipendenza dai poteri forti. Il numero della Rivista HESAMAG sulla medicina del lavoro in Europa.

– Le “politiche di prevenzione” dell’Inail dai finanziamenti alle imprese alle verifiche sui risultati….

– Curiosità storiche: la Britihis Asbestos Company cita in giudizio il direttore del giornale il Progresso di Nole Canavese che aveva pubblicato un’inchiesta in cui si diceva che l’amianto era letale per i lavoratori di Nole…. Era il 1906 … Chi vinse la causa ?

– Auguri per il 2015

– Fritto misto e contorni

IL NOTIZIARIO ( 33 MINUTI )

 

Bruxelles, la crociata contro la burocrazia. Attenzione!

Diffondiamo da www.sbilanciamoci.info del 9 dicembre 2014 questo intervento di Federica Martiny, Dottoranda di ricerca, responsabile Ufficio stampa GFE (Gioventù Federalista Europea) presso l’Università di Pisa

E se la crociata della Commissione Europea contro la burocrazia di Bruxelles mascherasse solo l’intento di promuovere quella deregolamentazione auspicata dai grandi gruppi economici, capaci di fare lobby meglio di chiunque altro?

Si tratterebbe di una spinta neoliberista che, sotto la bandiera ingannevole del tentativo di salvaguardare la competitività e mettere un freno alla mostruosa macchina burocratica comunitaria, sarebbe pensata per indebolire la nuova legislazione e “rottamare” le norme europee esistenti, in materia soprattutto ambientale e di protezione sociale. Ce lo dicono il Corporate Europe Observatory (CEO), un’organizzazione no-profit che si propone di esporre gli effetti di lobbying aziendale sui processi decisionali dell’UE, e Friends of the Earth Europe (FoEE), una ONG internazionale che si occupa di tematiche ambientali, accesso e distribuzione delle risorse e giustizia ambientale nel report “La crociata contro la burocrazia”, pubblicato l’ottobre scorso.

La famigerata burocrazia di Bruxelles, un esercito di 60 mila persone, in realtà, ha praticamente lo stesso numero di dipendenti del Comune di Roma, tra i dipendenti diretti che sono 25 mila e i 32 mila delle aziende partecipate (fra Ama, Atac e Acea e altre) a cui sono state affidate le esternalizzazioni dei servizi. Questo dato da solo basta a porre un dubbio sulla grande importanza data alla lotta alla burocratizzazione comunitaria dalla Commissione Barroso prima e da quella Juncker oggi.

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José Mujica tiene un corazón de león.

Hoy resulta indispensable poner a la luz a los que son excepcionales, a usarlos de ejemplo, de punto de partida, de contraste.
En Pepe Mujica hemos encontrado a un hermano, una inspiración, un latido que se encuentra con miles de soñadores en el mundo. Sin duda, José Mujica tiene un corazón de león.

Ue, Juncker cancella le leggi ambientali

Ue, Juncker cancella le leggi ambientali

Juncker mostra subito il vero volto liberista tardo della nuova Commissione europea. Il presidente della Commissione ha cancellato un pacchetto di norme pro ambiente e salute dei cittadini europei con un colpo di spugna, ignorando il parere contrario del Parlamento europeo e di diversi ministri dell’ambiente di stati membri.
Il parere contrario dell’Assemblea  del PE e le prese di posizione dei ministri di diversi paesi europei sono stati ignorati.
A fronte di leggi per ridurre l’inquinamento dell’aria che produce ogni anno circa 400.000 morti il presidente della Commissione UE ha affermato che le priorità sono altre.Le norme cancellate da Junker prevedevano la riduzione di inquinanti come  anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto. Queste riduzioni avrebbero fatto diminuire di 58.000 decessi il tragico bilancio dello smog in Europa da qui al 2030.
Altre norme cancellate riguardano la raccolta differenziata e “l’economia circolare” ovvero il riciclaggio dei materiali, realtà fondamentale per lo sviluppo della green economy.

Questi sono i nuovi governanti della UE. A loro poco interessa della salute dei cittadini europei, hanno altre “sensibilità” : le pressioni delle lobbies della parte più arretrata del mondo industriale sono il loro riferimento.

fonti

Repubblica

UE: economia circolare a rischio

Qualità dell’aria: 11 Stati UE chiedono norme più severe

Per l’Europa l’aria che respiriamo non è più una priorità –

Il denaro per far denaro e tutti noi paghiamo di Silvano Toppi

Puoi non avere neppure un soldo depositato o nessun credito con loro, ma le banche son dentro la tua piccola economia, anche se non te ne accorgi. Se leggi notizie su scandali bancari o su multe milionarie, in un modo o nell’altro ti riguarda. Di solito non ci si crede, o perché è difficile capirci o perché si ritiene che tocca altri, i danarosi.

Un primo grosso scandalo è capitato con i tassi interbancari detti Libor. I Libor sono tassi di interessi fissati a Londra tra le 18 più importanti banche internazionali (l’acronimo significa appunto: London Inter Bank Offered Rate). Sono importanti perché servono da guida per fissare i tassi con cui le banche prestano in tutte le varie monete, per compiere operazioni finanziarie e commerciali, per i prestiti ipotecari o al consumo, per la revisione dei tassi di prestito variabili, per derivare i costi di investimenti, di produzione e quindi le possibilità di occupazione. Le inchieste avviate dopo aver scoperto alcuni casi da parte di alcuni giornalisti economici, hanno dimostrato che le manipolazioni dei tassi duravano ormai da diversi anni, contro tutte le regole professionali o le vantate attestazioni di trasparenza. Per quale ammontare complessivo? Per 450 mila miliardi di dollari (avete letto bene, 450 seguito da dodici zeri). È quindi ovvio che anche delle semplici variazioni hanno un effetto moltiplicatore immenso sia per chi lucra (banchieri), sia sugli operatori economici o sui singoli creditori, sia sull’economia in genere (tutti noi).

segue su fonte area7.ch

Neutralità della rete e diritti umani

I tentativi di colpire la “neutralità” della rete e  la sua “indifferenza” rispetto al trattamento dei contenuti che debbono “passare” dai produttori agli utenti  senza tagliole discriminazioni e barriere o peggio censure  si stanno moltiplicando. Anche il Governo italiano ha comportamenti ambigui rispetto alla difesa e  promozione della neutralità della rete. Segnaliamo questo importante articolo apparso su punto informatico.

World Wide Web, la grande livella

Il Web ha un enorme potenziale per abbattere le disparità che dividono il mondo a livello economico, politico e sociale, mostra uno studio della World Wide Web Foundation: per questo Sir Berners-Lee invoca i diritti umani fondamentali.

Leggi articolo alla fonte

 

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 3 dicembre 2014 – puntata n° 22

Podcast Diario Prevenzione – Ambiente Lavoro Salute – 3 dicembre 2014 – puntata n° 22

In questa puntata:

– Il Seminario su salute e sicurezza nel lavoro che conclude a Roma il 4 e il 5 dicembre  il semestre europeo a presidenza italiano. Dal programma si annuncia una celebrazione formale stanca, speriamo di essere smentiti. Le forze sociali in una tavola rotonda in coda con una ammucchiata di “interventi – slogan” di pochi minuti ciascuno……..

– Il lavoro per tutelare i lavoratori in una fase di crisi. Intervista a Ivano Pioppi dell’Ufficio tutela della Cgil di Bologna.

– ETERNIT: UNA SENTENZA IN NOME DELLA LEGGE CHE SOPPRIME L’IDEA DI GIUSTIZIA

– Job Act come licenziabilità dei lavoratori over 55 – 60 ? Un rischio da prevenire, come ?

– Recensione . Santé au travail : le retour de l’Europe ? par Martin Richer

– Fritture

 

PD. Autonomia del politico a corrente alternata

Nella trasmissione Ballaro’  un esponente del Pd , Scalfarotto, ha cercato di spiegare come il sindacato non debba mettere naso nelle scelte della politica ovvero del governo anche  quelle che riguardano le regole del mercato del  lavoro.  I lavoratori votano e quindi, secondo costui il sindacato non avrebbe titolarità per esprimere proprie posizioni in materia di leggi sul lavoro, sulla previdenza, sull’assenza di politiche industriali, sulle mille problematiche della vita dei lavoratori.

Il modellino di riferimento e’ quello ottocentesco, una ideologia liberale tarda che il PD vuole spacciare come elaborazione moderna,  modernissima…  La posizione del PD e’ grottesca in quanto questa pretesa autonomia della politica  dalle associazioni di rappresentanza sociale vale solo per  i sindacati dei lavoratori, mentre Confindustria ha dettato  i  propri desiderata al governo per quanto riguarda  molti punti del cosiddetto Jobs Act. La decrescente credibilità del governo e’ data da queste bubbole che vengono spacciate come grandi novità .   Pd , partito tardo liberale, che vuole neutralizzare e silenziare le associazioni volontarie dei lavoratori non ha più nulla a che fare con la storia del movimento dei lavoratori. La nascita di un soggetto politico popolare di massa in cui i lavoratori possano riconoscersi  e’ il porto in cui approdare. Scalfarotto e per l’autonomia della politica a corrente alternata. Totale autonomia dalle richieste sindacali totale dipendenza e devozione per le richieste di Confindustria e cespugli vari delle Associazioni datoriali.